mercoledì 23 maggio 2012

Dopo elezioni : se Sparta piange Atene non ride


Le elezioni amministrative 2012 vanno in archivio  lasciando molti segnali sui quali tutta la politica, ormai sempre più obsoleta ed autoreferenziale, dovrebbe meditare senza spocchia.
Il primo indicatore è il crescente assenteismo.
Dal già allarmante, in base ai dati storici, 66,88% del primo turno l’affluenza alle urne è precipitata, nel secondo turno, al 51,38%.
Di fatto, 1 elettore su 2 ha ritenuto di non dover esercitare il proprio diritto di voto e, conseguentemente, i sindaci eletti hanno ottenuto, nel migliore dei casi, il suffragio da non più del 30% dell'elettorato potenziale. Un po’ poco per sentirsi riconosciuti nel ruolo dalla maggioranza delle loro comunità. 
Il secondo segnale, forte e chiaro, viene dall’imprevisto successo del Movimento 5 stelle in un capoluogo di provincia, Parma, sbaragliando, con un netto 60,23% a 39,77% il candidato del PD, prodotto tipico dell’apparato partitico.
Il terzo insegnamento è che “se Sparta piange Atene non ride”, vale a dire che tutti i partiti tradizionali, chi più e chi meno, sono usciti con qualche acciacco da queste elezioni amministrative.
Tutti segnali che evidenziano il sempre più chiaro e crescente allontanamento della società civile dai partiti tradizionali che dovrebbero rappresentarla.
Eppure, ascoltando le dichiarazioni, rilasciate a caldo dagli esponenti politici di primo piano, si intuisce che, persistendo nella loro tracotanza, non hanno capito nulla né intendono prestare ascolto ai moniti dell’elettorato.
Neppure un cenno di autocritica ! Nessun impegno per cambiare !
Angelino Alfano, davanti alla decomposizione del PdL, non solo al nord Italia, ma anche in quella che era considerata da sempre la roccaforte del partito, Palermo, trova il modo di consolarsi vagheggiando che gli elettori del PdL siano rimasti a casa “… piuttosto che votare candidati diversi”.
Il meschino ha dimenticato innanzitutto che al primo turno il PdL era presente ovunque con molti suoi candidati messi subito fuori gara, finge di non capire che il successo del “grillino”, a Parma, sia stato possibile grazie ai voti di elettori transfughi dal PdL, ed infine ignora che il PdL in conclusione abbia ceduti ben 58 comuni, tra i quali 8 capoluoghi di provincia.
Dal canto suo Pierluigi Bersani, patetico ed un po’ puerile nello sbandierare, con toni trionfalistici, il grafico dei comuni conquistati dal PD, ha avuto l’ardire di spingersi perfino a celebrare una “vittoria senza se e senza ma” !      
Anche Bersani, meschinello, finge di ignorare, ad esempio, che il candidato del PD a Palermo abbia presa una sonante sventola dal candidato di IdV (a proposito, dove è finita la foto di Vasto ?), che a Genova sarà sindaco non colui che il PD avrebbe voluto candidare, ma soprattutto che a Parma un esponente PD dell’apparato sia stato annientato perché meno credibile ed affidabile di uno sconosciuto “grillino”. Quando poi Bersani, pur di  non ammettere la batosta,  afferma che a Parma "il PD non ha perso ma non ha vinto perché l'amministrazione precedente era PdL" sfiora il ridicolo ! 
Bersani, inoltre, dimostra di avere la vista corta perché non tiene conto che se, oggi, il PD ha potuto ottenere risultati accettabili facendo il pieno di voti dei suoi elettori, qualora  l’affluenza alle urne ritornasse ai livelli storici, il PD vedrebbe i sorci verdi.
Conunque, se dopo questo tsunami i vecchi partiti non si rendessero conto di dover fare punto ed a capo, incominciando con svecchiare sia le idee che i propri esponenti e leader, finirebbero per offrire su un piatto d'argento nuovi successi al "grillismo" !

3 commenti:

Parapiglia ha detto...

Quì sta l' errore.
Non vogliono ammettere ne l' errore ne la loro inutilità, ma quando si ha il potere non lo si vuole mollare.
Mi chiedo se sono intelligenti o furbi. Propendo per il secondo caso ed anche per la proposta di cacciarli a pedate nel culo.

Alex di Monterosso ha detto...

Non mollare le poltrone, i compensi ed i privilegi è il vero collante che lega questi signori al potere.
Non fanno autocritica perché dovrebbero ammettere di essere incapaci politicamente e troppo arroganti per relazionarsi con la gente.
Credo che oramai siano alla frutta e qualcuno di loro lo ha capito !

Anonimo ha detto...

iononconsento
è troppo facile ululare il proprio dolore alla luna in una nottata buia come quella che stiamo vivendo. sembra che gli italiani siano incapaci di prestare attenzione a ciò che vive, preferendo aspettare che non ci sia più per piangerlo da morto. esercitare il mestiere di prefica è a loro più congeniale, contribuire alla rovina anche di ciò che dovrebbero difendere sta nel loro dna di vigliacchi presuntuosi, quando giudicano e piagnioni imbelli quando dovrebbero combattere per difendere.