venerdì 18 aprile 2014

Anche Brunetta nel suo piccolo si incazza

Confido che Marcello Marchesi mi perdoni, dall’aldilà, se ardisco mutuare il suo aforisma “anche le formiche nel loro piccolo si incazzano” parafrasandolo in “anche Brunetta nel suo piccolo si incazza”.
Il fatto è che non passa giorno che Renato Brunetta non manifesti tutta la sua rabbia dando sfogo a nevrotiche scorribande verso qualche personaggio politico.
Oddio, in verità Brunetta non è mai stato un gentleman né con le parole né con i comportamenti.
A Cortina d’Ampezzo, ad esempio, nel 2009 quando era ministro della Pubblica amministrazione ed innovazione, dal palco di un convegno dell’allora Popolo della Libertà, Brunetta ululò alla sinistra, agitando i braccini e con gli occhi di fuori, “vada a morire ammazzata”.
Né fu più civile con il segretario della CISL di Brescia al quale, dopo un botta e risposta, disse “vaffanculo tu e il sindacato”.
Fame di protagonismo ? Ansia da complessato ? Incapacità a reggere il confronto democratico ? Spocchiosa arroganza ? Stress da ambizioni represse ?
Forse un cocktail di tutto questo.
Di certo l’essere ruzzolato giù dal seggio ministeriale, dopo la fuga di Berlusconi da Palazzo Chigi nel 2011, e il rendersi conto, ogni giorno, di essere considerato meno del due di briscola, hanno esacerbate le performance isteriche di Brunetta.
Ce l’ha, ad esempio, con Giorgio Napolitano reo, secondo lui, di avergli impedito di diventare ministro della Giustizia del IV Governo Berlusconi, e così, in questi giorni ha deciso di prenderlo di mira mettendo in dubbio la veridicità dell’emolumento e dei vitalizi che percepirebbe come Capo dello Stato.
Pronta e circostanziata la risposta del Quirinale che ha sconfessate le strampalate ipotesi pubblicate da Brunetta sul suo giornalucolo “Il Mattinale”.
Sempre in questi giorni, con i consueti modi incivili ed irriguardosi, ha aggredita la Presidente della Camera, Laura Boldrini, inducendola di fatto ad abbandonare la “capigruppo” della Camera, riunita per definire il calendario per l’esame del “Documento di economia e finanza”.
E che dire delle continue e deliranti offensive contro Matteo Renzi ed il suo governo ?
Il crescente nervosismo che induce Brunetta ad esasperare parole e modi, non è certamente casuale.
A scrivere il copione, della serie “anche Brunetta nel suo piccolo si incazza”, sono le notizie sul disfacimento inesorabile di Forza Italia, nonostante il premuroso omaggio che il Tribunale di Sorveglianza ha voluto fare a Berlusconi concedendogli una sciocchezzuola di servizi sociali.  
In effetti, Brunetta è stressato dal pensiero che Forza Italia, rilevata in caduta libera dai sondaggisti e superata da M5S, seconda formazione politica dopo il PD, sia lacerata da beghe interne che neppure un despota come Berlusconi riesce a tenere a freno.
Brunetta ha perso il lume della ragione nell’apprendere che l’ideatore e fondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, sia stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale, e sia ora piantonato a Beirut, nell’ospedale Al Hayat, in attesa di estradizione.
Brunetta è rimasto traumatizzato quando Paolo Bonaiuti, da sempre fedele portavoce di Berlusconi, ha presi armi e bagagli ed ha abbandonato l’ex cavaliere al suo destino.
Insomma, Brunetta sta soffrendo di un travaso di bile nel sentire franare, sotto i suoi piedi, ogni speranza di continuare a strepitare ai quattro venti “lei non sa chi sono io”, e reagisce come è capace, dando fuori di matto.
Anche per lui, quindi, “ha da passà ‘a nuttata”, ed al risveglio scoprirà, con amarezza, di essere ancora e solo il piccolo uomo che era prima di spendersi al servizio di Berlusconi.

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