Gent.ma Signora Evelina
Christillin,
ho letto l’articolo,
a sua firma, pubblicato su L’Huffington
Post di ieri, dal titolo “Adios al
grande Antonio Conte che questa volta ha agghiacciato lui tutti noi bianconeri”.
Riferisce che la notizia delle dimissioni di Antonio Conte da allenatore della
Juventus, appresa nel corso di una “pallosa” cena
di banchieri (così la definisce lei), avrebbe creato così tanto soqquadro da far dimenticare i seriosi discorsi su
Basilea 3 o sull’Asset Quality Review.
Mi sorprende che
proprio a lei la notizia delle dimissioni sia giunta solo all’ora di cena, quando
ufficiosamente era nota già all’ora del tea, a meno che l’incipit del suo
articolo non volesse solo far presente a noi, comuni mortali, che lei frequenta
personaggi influenti.
Non è stato di certo,
però, il reportage sulla sua importante cena che mi ha infastidito.
Ad indispettire me, juventino
oramai decrepito, oltre alla sua chiosa alle dichiarazioni rilasciate a caldo da Conte, è
stato soprattutto il mieloso panegirico con cui lei ha voluto incensare l’operato
del presidente Andrea Agnelli.
Un presidente che,
secondo lei, “ne aveva piene le scatole …
delle bizze psicosomatiche del suo coach”.
Non ho motivo per
mettere in dubbio questa sua testimonianza, anzi la ritengo più che attendibile.
Mi e le domando,
però, come mai a maggio, dopo la conquista del terzo scudetto consecutivo, quando
Conte aveva manifestata l’intenzione di lasciare, Andrea Agnelli avesse tanto insistito per trattenere quel rompiscatole di allenatore.
Non solo, ma se i
media, a cominciare da Tuttosport, non
raccontavano fandonie, sempre a maggio Agnelli aveva proposto a Conte addirittura il
rinnovo del contratto con un generoso aumento dell’ emolumento.
Siccome Conte rifiutò
il rinnovo è evidente, gentilissima signora, che il problema non era economico,
ma di garanzie sul rafforzamento della squadra in vista della stagione
2014/2015 e della partecipazione alla Champions.
Perciò è legittimo
supporre che, se nell’incontro di lunedì 19 maggio Conte desistette dal
proposito di lasciare, lo fece perché aveva ricevute assicurazioni, dal
presidente Agnelli, su una campagna acquisti importante e di qualità.
Ricorderà anche lei,
gentile signora, che per settimane sono stati sbandierati i “quasi accordi” di Marotta, ad esempio, con
Sanchez, Iturbe, Candreva, Drogba.
Uno straordinario
rosario di flop avallato dal signor Agnelli.
Come se ciò non
bastasse, lunedì 14 luglio nel bel mezzo del primo allenamento, Agnelli e
Marotta si sono precipitati a Vinovo per informare Conte che anche la sua
richiesta di trattenere Vidal e Pogba molto probabilmente non sarebbe stata
esaudita poiché dalla Premier erano in arrivo fantastiche offerte.
Lei scrive di una “luna di miele che stava diventando, e anche
rapidamente, una luna di fiele”, ed inganna i tifosi juventini quando
afferma che “quello che ha portato via
Conte dalla sua leggenda bianconera è stato lo stress di un trono troppo
complicato da mantenere in equilibrio sul suo scranno”.
Eh no, gentile
signora Christillin, questo è veramente
troppo !
Che le piaccia, o
no, Conte ha lasciata la Juventus perché il presidente Agnelli, da lei tanto incensato,
non ha mantenuto nessuno degli impegni che prese il 19 maggio per convincere
Conte a non rassegnare allora le dimissioni.
Ora lei ha ragione
quando sostiene che essendo il padrone del vapore Agnelli può fare e disfare
come vuole, questo però non toglie che Agnelli stia dimostrando di essere un
presidente mediocre e poco ambizioso.
La scelta di Allegri
come sostituto di Conte ne è una conferma.
Può darsi che tra i
motivi che hanno indotto Agnelli a scegliere Allegri ci si anche la certezza
che non avrà più a che fare con un allenatore rompiscatole.
Se, però, fra
qualche mese la Juventus galleggerà a metà classifica, Agnelli cambierà ancora allenatore
secondo il modello Ferrara-Zaccheroni-Delneri ?
Gentile signora, accetti
l’amara riflessione di un vecchio juventino: dopo che l’Avvocato ed il dottor
Umberto hanno lasciato il timone della Juve, è scomparso con loro quello che tutto
il mondo riconosceva alla Juventus: “lo stile”.
L’Avvocato, ad
esempio, non avrebbe mai tollerata la grossolanità con cui sono stati trattati Del
Piero, Deschamps … ed oggi Conte.
Cordialmente.
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