È di queste ore la
notizia che il gabinetto di sicurezza israeliano ha respinta la proposta per
una tregua umanitaria di sette giorni formulata dal Segretario di Stato USA,
John Kerry, e dal Segretario Generale ONU, Ban Ki-Moon.
Sembra che Netanyahu
abbia motivato il rifiuto con il non accoglimento della condizione di ritirare,
durante la tregua, le truppe israeliane dalla Striscia di Gaza.
Un rifiuto che suona
come uno smacco sgradevole per la diplomazia a stelle e strisce che, solo pochi
giorni prima, aveva espresso voto contrario alla risoluzione del Consiglio ONU
di Ginevra per l’apertura di una inchiesta sugli eventuali crimini di guerra israeliani
nella striscia di Gaza.
Al voto contrario
USA si era subito accodata la non meno deplorevole e sconcertante decisione dei
Paesi dell’Unione Europea, tutti, di astenersi dal votare la risoluzione dell’ONU.
Pur non negando il
sacrosanto diritto dello Stato di Israele di esistere, non posso fare a meno di
ritenere che sia una esecrabile ipocrisia mediatica voler definire guerra la
brutale aggressione israeliana alla Striscia di Gaza.
Mi sembra ipocrita
esattamente come considerare una gara sportiva il combattimento tra un
lottatore di sumo ed uno smilzo ed imbelle ragazzino.
Lo spiegamento di
aerei, elicotteri, mezzi corazzati e truppe, messo in campo da Israele, per
aggredire la Striscia di Gaza, ha già causati, fino ad oggi, più di 800 morti e
diverse migliaia di feriti.
Tra i morti si
contano centinaia di donne e bambini, e trovo inaccettabile giustificare la
strage di civili come inevitabile perché sarebbero usati da Hamas come scudi umani.
Anche perché sicuramente
non erano scudi umani di Hamas i funzionari ONU morti insieme a donne e bambini
nella scuola dell’UNRWA, presa a cannonate dai blindati israeliani.
A farmi incazzare (mi scuso, ma quando ce vo’ ce vo’) è il
fatto che la diplomazia americana e quelle europee sembrano volersi arrogare il
diritto di giudicare se l’eccidio di donne e bambini sia o meno un crimine, a
seconda della nazionalità di chi lo commette.
Non molti mesi fa,
infatti, di fronte al massacro della popolazione siriana perpetrato dai
militari di Assad, in una guerriglia senza fine, ottenuta la condanna della
Siria dall’ONU gli Stati Uniti avevano inviata la portaerei Eisenhower a poche
miglia dalle coste siriane con l’intento di usarla come base per un possibile intervento
delle forze NATO.
Sui crimini commessi
da Assad pesava anche il timore che fossero state usate bombe al Sarin contro
la popolazione civile.
Ora, la domanda che
mi pongo è: per le diplomazie americana ed europee i massacri commessi da Assad,
sulla popolazione siriana, sono forse più criminali di quelli che Israele sta compiendo
sui civili palestinesi ?
E poi, gli Stati Uniti e l’Europa pretendono di avere
il diritto di selezionare le popolazioni civili tra quelle che vanno tutelate e
quelle, invece, che possono essere impunemente trucidate solo per non turbare interessi economici e relazioni
di amicizia e di business ?
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