In base ai piani di
lavoro predisposti, alle ore 06:00 di lunedì 14 luglio, condizioni meteo
permettendo, le squadre di tecnici avvieranno la messa in rigalleggiamento della Costa Concordia.
Nella prima fase è
previsto il recupero di circa due metri delle condizioni di rigalleggiamento, indispensabile
per poter spostare di alcune decine di metri il relitto della nave dal luogo dove
è naufragata il 13 gennaio 2012.
Secondo il
dettagliato piano di recupero occorrerà almeno una intera settimana per
recuperare le condizioni di rigalleggiamento necessarie perché il relitto, agganciato
da due rimorchiatori oceanici e da due rimorchiatori portuali, possa iniziare
il suo ultimo viaggio verso il porto di Genova.
Sono trascorsi oltre
900 giorni da quella infausta sera in cui 32 passeggeri hanno persa la vita,
vittime della scellerataggine di Francesco Schettino.
L’isola del Giglio
sarà liberata finalmente da quell’ingombrante rottame, meta di curiosi ma deleterio
per il turismo, primaria risorsa economica per gli abitanti dell’isola.
A suscitare perplessità
e preoccupazione in queste ore, però, sono le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore
delegato di Costa, Michael Thamm, e dal capo della Protezione Civile, Franco
Gabrielli.
Entrambi hanno ribadito,
difatti, che, per la complessità e le difficoltà di una operazione eseguita per
la prima volta nella storia, esistano rischi correlati anche alle condizioni del
vento e del mare nel periodo che va dalla giornata di lunedì 14 luglio fino al
giorno previsto per l’arrivo al porto di Genova, il 25 o 26 luglio.
Una volta lasciata l’isola
del Giglio, infatti, il relitto della Costa Concordia, trainato dai
rimorchiatori, dovrà percorrere circa 200 NM ad una velocità media che non
potrà superare i 2,5 nodi, a condizione che le onde del mare non superino i 2
metri (mare 4/5 della scala di Beaufort)
e che la velocità dei venti, in particolare da S – SW, si mantenga
inferiore ai 15 nodi.
Se, come è auspicabile,
tutto procederà bene, la navigazione verso Genova dovrebbe durare non meno di 90
/ 100 ore anche perché la rotta non potrà essere lineare.
In realtà il
convoglio dovrà zigzagare, almeno nei primi giorni, per transitare a non meno
di 10/15 miglia dall’isola di Montecristo, dall’isola di Pianosa, dall’isola d’Elba,
da Bastia, dall’isola Capraia, prima di puntare diritto su Genova.
Sicuramente i
tecnici di Titan Micoperi ed il Capo della Protezione Civile devono aver ragguagliato
Renzi ed i suoi Ministri sulle difficoltà e sui rischi, anche imponderabili,
che comporta il trasferimento del relitto, prima che il Governo scegliesse il
porto di Genova per i lavori di demolizione della Costa Concordia.
Per questo, dopo
quanto si è detto è legittimo domandarsi come mai, per i lavori di demolizione,
il Governo non abbia scelto il porto di Piombino, distante solo 30 miglia dall’isola
del Giglio, e raggiungibile dal convoglio con una rotta lineare in meno di 15
ore di navigazione e con minori rischi anche ambientali.
Una domanda, come mille altre, che rimarrà senza
risposta.
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