Se su un qualche giornale
mi fosse capitato di vedere riportata questa esternazione: “La povera sinistra sarebbe nata con altri scopi e
invece si fa condizionare da un'élite di merda … vada a morire ammazzata”, quasi sicuramente io, probabilmente come molti
altri, ne avrei attribuita la paternità a Beppe Grillo.
E mi sarei sbagliato di grosso,
perché sono parole pronunciate invece da Renato Brunetta, nel 2009, al convegno
veneto del PdL a Cortina d’Ampezzo.
Appunto, da Renato
Brunetta che mi sembra uno dei misteri meno gaudiosi di questa non certo entusiasmante stagione politica, anche per la impossibilità di assegnare un punteggio al suo IQ.
Brunetta da sfogo in continuità alla sua intima acrimonia con rabbiose deflagrazioni che non solo lo
rendono ancora più grottesco ma che impediscono anche di cogliere il senso dei
suoi sproloqui.
Ossessionato da una idea
fissa, quella di proporsi come un castigamatti, un bastian contrario, un censore
intransigente, inveisce sempre e comunque contro tutti e tutto.
È di certo un personaggio
controverso che, però, ha di sé una considerazione così alta da risultare perfino
paranoica.
Durante un talkshow
televisivo, Brunetta è arrivato ad affermare: “Volevo vincere il Premio Nobel per l’Economia. Ero anche bravo, ero...
non dico lì lì per farlo, però ero nella giusta... ha prevalso il mio amore per
la politica, ed il Premio Nobel non lo vincerò più anche se ho buone
possibilità di diventare Presidente della Repubblica”.
Morbosamente
attratto da telecamere e microfoni, non appena ne fiuta uno nei paraggi si prepara
alla sua esibizione avvicinandosi con quella inconfondibile camminata a saltelli.
Candidatosi nel 2000
e nel 2010 alla poltrona di sindaco di Venezia è risultato sconfitto, in
entrambe le occasioni, dai candidati di sinistra
Berlusconi lo ha
voluto con sé, nel suo ultimo governo, come ministro per la Pubblica
Amministrazione e l’Innovazione, nonostante le sue nevrosi ed il non gradimento
di molti compagni di partito.
Certo è che, da quel
fatidico 12 novembre 2011, giorno in cui fu costretto ad abbandonare Palazzo
Vidoni per le dimissioni di Berlusconi e del suo governo, Brunetta è così stizzito,
per non potersi più fregiare della qualifica di “ministro”, da sfogare il suo
ancor più inacidito livore contro tutti coloro che si succedono sia a Palazzo
Chigi che ai vari ministeri.
Via via vittime dei
suoi furori sono stati dapprima i membri del governo Monti, poi quelli del
governo Letta, ed oggi tocca a Renzi ed ai suoi ministri.
Mentre nei confronti
di Monti e di Letta, però, soffriva di un palese complesso di inferiorità, da
mesi invece si è messo a strapazzare Renzi come se fosse un suo sottoposto, forse per
ragioni di età, ma più probabilmente perché convinto che, dopo la “congiura del Nazareno”, Renzi sia
diventato subalterno a Forza Italia.
Può darsi che sulla
subalternità abbia qualche ragione, certo è che Brunetta esagera non poco
quando con la sua congenita arroganza pretende di dettare a Renzi perfino cosa
dire e cosa fare, come dimostrano gli accadimenti delle ultime ore.
Preoccupato per gli
indicatori economici negativi che si susseguono giorno dopo giorno, Renzi
starebbe lavorando ad un programma di interventi da attuare, subito dopo
agosto, nel tentativo di rianimare la stagnante economia del nostro Paese.
Probabilmente, nei
giorni scorsi, ha cercati momenti di confronto e conforto sulle ipotesi in programma, incontrando dapprima informalmente Mario Draghi, presidente BCE, ed in
seguito il Capo dello Stato.
È stata sufficiente
la notizia di questi due incontri per sollevare un polverone ferragostano.
Berlusconi,
subodorando che a Renzi possa essere stato consigliato ad andare avanti per la
sua strada, respingendo le avances per una estensione degli accordi del
Nazareno alle scelte economiche, ha subito sguinzagliati i suoi lacchè.
Il più scatenato dei
galoppini è stato, inutile dirlo, Brunetta che non ha persa l’occasione per investire
a modo suo Renzi.
Dapprima con la “richiesta di
chiarimenti urgenti sull’incontro riservato, segreto, misterioso di martedì tra
il capo del governo italiano e il capo della Banca centrale europea”.
Poi, nientepopodimeno
che sollecitando Renzi ad “una conferenza stampa congiunta (NdR: con Mario Draghi) che aiuterebbe a capire di più, a tranquillizzare sul serio”.
Infine, con allusione all’incontro
di Renzi con Napolitano: “Anime
bellocce nella frescura. Le cronache dell’incontro nel fresco di Castelporziano,
tra Napolitano e Renzi, riferiscono: la maggioranza di governo è questa e non
si tocca.”.
A Brunetta è saltata
la mosca al naso quando si è reso conto che per lui e per la cricca di Forza Italia
non ci sarà futuro nel governo Renzi !
Ecco scoperto il vero motivo di un rodimento così rabbioso !
Ma ci voleva tanto a capirlo ?
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