Anche gli economisti
più rigorosi non si aspettavano quel “meno
zero due” che l’ISTAT ha rilevato come PIL del secondo semestre 2014.
Un risultato che ha
suscitate reazioni preoccupate non solo in Italia ma anche nei partner europei,
com’era peraltro prevedibile.
Il nostro Paese, secondo
gli economisti di ogni tendenza e colore, è tecnicamente in recessione.
Nel prendere atto di
questa dura realtà non posso fare a meno di ripensare al 5 agosto 2011, una data
che la brigata berlusconiana finge di non ricordare e che, per molti, troppi
italiani, compreso Matteo Renzi, sembrerebbe priva di significato.
Preoccupata per la convulsa
ed incontenibile crescita dello spread, tra i titoli italiani e quelli
tedeschi, la BCE il 5 luglio 2011 indirizzò una lettera riservata, a firma Jean
Claude Trichet e Mario Draghi, all’allora Presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi.
Con quella lettera
la BCE invitava il Governo ed il Parlamento italiani ad adottare, entro due
mesi, un insieme di riforme strutturali, ritenute indispensabili “per ristabilire la fiducia degli
investitori”.
Il pacchetto di
riforme, esemplificate nella lettera dalla BCE, era finalizzato a conseguire tre
obiettivi:
- aumentare il potenziale di crescita dell’economia italiana;
- rendere sostenibile la finanza pubblica;
- migliorare l’efficienza dell’amministrazione pubblica.
Se ne andò il mese
di agosto, trascorso in ferie da Berlusconi e dai suoi ministri.
Passarono anche i
mesi di settembre e di ottobre, senza che il Governo neppure tentasse di
abbozzare qualche risposta concreta alle richieste della BCE, ed intanto lo
spread raggiungeva i suoi valori massimi.
A sovraccaricare la
situazione nel terzo trimestre 2011 il PIL presentò il primo segno negativo di quella
striscia che è proseguita ininterrottamente fino ai giorni nostri.
Fu allora che
Berlusconi decise di farsi da parte, rassegnando le dimissioni al Capo dello
Stato e lasciando la patata bollente della lettera BCE nelle mani del suo
successore, Mario Monti.
Nei quasi diciotto
mesi di vita, a compimento della legislatura, il Governo Monti privilegiò
soprattutto interventi di risanamento dei conti pubblici, con il plauso del FMI, ponendosi il preciso obiettivo
di fare uscire l’Italia dalla procedura d’infrazione per debito eccessivo che l’UE
aveva avviata nell’ottobre 2009, sotto il Governo Berlusconi.
L’obiettivo è stato
raggiunto nell’aprile 2013.
Nei tre anni
trascorsi da quel fatidico 5 agosto 2011, i tre governi che si sono succeduti a
Palazzo Chigi (Mario Monti, Enrico Letta
e Matteo Renzi), hanno fatto poco o nulla, però, per perseguire gli altri
due obiettivi indicati nella lettera della BCE.
Vale a dire l’attuazione
di riforme strutturali “per aumentare il
potenziale di crescita dell’economia italiana” e per “migliorare l’efficienza dell’amministrazione pubblica”.
Arriviamo così ai
giorni nostri.
Sarebbe stato logico
attendersi che Renzi, una volta silurato il suo compagno di partito, Enrico
Letta, ed aver preso il suo posto a Palazzo Chigi grazie alla “congiura del Nazareno”, di fronte alla
drammatica situazione in cui si dibatteva il Paese, facesse tesoro dei
suggerimenti della BCE e si gettasse anima e corpo per realizzare le riforme
strutturali per il rilancio dell’economia, indicate e raccomandate da Trichet e
Draghi.
Invece no !
Renzi ha preferito
perdere cinque mesi, lui, il Governo ed il Parlamento, per trastullarsi con due
riforme, legge elettorale e Senato, assolutamente inservibili per ridare fiato
all’economia del Paese.
Solo oggi scosso,
così sembrerebbe, dall’indicatore negativo del PIL, scopre finalmente che l’Italia
ha bisogno di riforme economiche che, bontà sua, dichiara di voler mettere in
agenda nel prossimo autunno.
Il grottesco è che, nell’attuare
le tanto attese riforme economiche, quel genio di Matteo Renzi si propone di
coinvolgere Berlusconi, cioè proprio colui che, resosi conto di non essere all'altezza
di realizzare le riforme suggeritegli da BCE, ha preferito lasciare di corsa
Palazzo Chigi nel novembre 2011.
A questo punto è
inevitabile domandarsi: ma Renzi c’è o ci fa ?
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