venerdì 12 settembre 2014

Sgradito a Renzi chi taglia sprechi e rami secchi

Oramai sarebbe confermato !
A fine ottobre Carlo Cottarelli, che il Governo Letta aveva nominato “commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica” (NdR: per gli anglofili “spending review”) lascerà il suo incarico e se ne ritornerà al Fondo Monetario Internazionale, presso il quale lavora dal 1988.
Il solo fatto che fosse stato chiamato a ricoprire quel incarico da Enrico Letta, già lo aveva reso inviso a Matteo Renzi.
Cottarelli, però, da professionista corretto e responsabile, aveva proseguito con impegno il suo lavoro anche dopo che Letta era stato vilmente pugnalato alle spalle dal grullo fiorentino.
E mal gliene incolse perché il fanfarone Renzi delle proposte di Cottarelli non sapeva che farsene dal momento che, aldilà degli annunci, non era sua intenzione né eliminare gli sprechi né tagliare i rami secchi.
Infatti, il giorno in cui in una intervista Cottarelli dichiarò che stava lavorando ad un programma di possibili sforbiciate per 25 miliardi di euro, Renzi non nascose la sua irritazione e reagì con tweet e conferenza stampa asserendo che era compito della politica, e quindi suo, decidere se, cosa e dove tagliare.
La solita manfrina, perché è proprio la politica che gli sperperi li ha creati e continua a crearli nella ossessiva ricerca del consenso.
Tra le proposte di Cottarelli, ad esempio, ci sarebbe la riduzione delle aziende municipalizzate da 8.000 a 1.000, con un risparmio annuo valutato tra i 2 ed i 3 miliardi di euro.
Una proposta respinta perché sollevava il coperchio di un calderone nel quale da sempre tutta la classe politica ci sguazza.
Esistono, inoltre, anche altre migliaia di costosissimi enti inutili (NdR: nel 2009 l’allora ministro Calderoli li conteggiava in 34.000 !) che i partiti utilizzano sia per assicurare poltrone di presidente e consiglieri ai politici trombati, sia per elargire lauti stipendi e generosi contratti di consulenza ad amici ed amici degli amici.
È dal 1956 che il Parlamento continua ad emanare leggi “taglia enti”, tutte regolarmente disattese; leggi che, dal momento che esistono, il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica proporrebbe di applicare senza esitazione.
Una proposta semplice ed ovvia, però indigesta ai politici.
La destrezza dei nostri politici, infatti, non consiste solo nel tanto blaterare, ma anche nella abilità di sgattaiolare via non appena si presenti la possibilità di passare dalle parole ai fatti.
Anche Renzi, rinnovatore e riformista da cartoons, in questi primi sette mesi di governo ha dimostrato di essere molto abile solo con le chiacchiere.
Annunci ed ancora annunci, accompagnati da una infinita sequela di tweet e dall’eco di slogan pubblicitari degni della fiera degli “Oh bej ! Oh bej !”.
Come non ricordare, ad esempio, la sbruffonata renziana della messa in vendita, su eBay, di alcune decine di auto blu con percorrenze chilometriche da rottamazione ?
Dopo quella sceneggiata che cosa ha fatto Renzi per contrastare l’uso smodato di auto blu ? Assolutamente nulla !
Nei giorni scorsi per infiammare gli italioti plaudenti Renzi ha lanciato un nuovo assunto : “nella PA c’è grasso che cola”.
Fantastico, ho pensato, stai a vedere che questa volta Renzi ha accettate le proposte di Cottarelli e si darà da fare per tagliare inefficienze e sprechi.
Nemmeno per sogno, sono bastate poche ore per capire che si era trattato di un nuovo slogan !
Infatti, non contento di aver dissotterrato il pregiudicato, Renzi ha pensato bene di risuscitare anche i “tagli lineari”, di tremontiana memoria, ordinando ad ogni ministro di tagliare del 3% il proprio budget di spesa per il 2015.
Ora, anche il più sprovveduto di noi sa bene che nessun ministro sarebbe così stupido da suicidarsi, mettendosi contro le strutture del proprio ministero, segando gli uffici inutili, sforbiciando gli organici ridondanti, cancellando i contratti di consulenza degli amici e dei raccomandati, etc. etc..
Per cui, inevitabilmente, ogni ministero taglierà quelle spese che non incidano sul proprio orticello, cosicché a farne le spese sarà, come sempre, il livello dei servizi alla collettività.
Già si parla, ad esempio, di nuovi tagli sia alle prestazioni sanitarie che al presidio del territorio per il controllo e la sicurezza.
Se questo è ciò che Renzi intendeva nel proporsi come “rinnovatore della politica”, allora non solo ha problemi con la lingua inglese, ma dimostra anche e soprattutto una crassa ignoranza del vero significato di quei vocaboli italiani che lui usa a sproposito. 

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