martedì 23 dicembre 2014

Banalità renziane

Dopo che il governo ha approvato il disegno di legge anticorruzione, che sarà licenziato dal Parlamento con i consueti tempi biblici, la Associazione Nazionale Magistrati ha manifestata la propria delusione chiedendo al presidente del consiglio: “meno stupore e più determinazione”.
Una delusione provocata sia dai contenuti del DdL che, tra l’altro, hanno esclusa la possibilità di “premiare” chi collaborasse a far emergere il marciume della corruzione, sia dall’aver adottata la forma del disegno di legge e non di un decreto legge che sarebbe entrato subito in vigore.
Alla delusione manifestata dalla ANM, Matteo Renzi non ha trovato di meglio che rispondere con una delle sue solite banalità “le leggi le fa il Parlamento ed i Magistrati parlino con processi e sentenze”.
Ora, affermare che siano il governo ed il Parlamento a legiferare mi sembra ovvio e scontato.
Così come è ovvio e scontato asserire che compito dei Magistrati sia quello di fare i processi e di emettere le sentenze.
C’è però un piccolo dettaglio che le banali parole di Renzi volutamente ignorano.
I processi si istruiscono e si conducono nel rispetto delle leggi emanate dal governo e dal Parlamento, per cui se le leggi sono preordinate per favorire i malfattori fatalmente finiscono per vanificare e mortificare l’operato dei Magistrati.
Mi sembra sia il caso, appunto, del disegno di legge elaborato da Renzi e dal suo governo.
Mi sorprende, innanzitutto, che in un Paese, sfregiato ogni giorno da reati di corruzione, il governo Renzi non abbia ritenuto suo dovere insorgere prima, ad esempio dopo gli scandali MOSE ed EXPO, ma si sia mosso solo dopo il fragore provocato dallo scandalo “mafia Capitale”.
Mi domando: ma il governo considerava la corruzione, fino ad ieri, alla stregua di un peccato veniale, oppure la sua azione era cloroformizzata dalla lobby della corruttela ?
Una lobby, quella della corruttela, che forse è stata in grado di incidere anche sul disegno di legge anticorruzione, ad esempio facendo in modo che le norme fossero emanate con un disegno di legge, così da poterle fare attenuare ancora di più, in aula, dai parlamentari lobbisti.
Ma Renzi mente, sapendo di mentire, quando continua a ripetere come un mantra: “il punto centrale è che chi viene condannato deve pagare tutto, fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo”.
Infatti, Renzi sa molto bene che un malfattore, corruttore o corrotto che sia, solo dopo il terzo grado di giudizio potrebbe essere costretto a pagare il fio per il suo misfatto, sempre che non intervengano prima i termini di prescrizione ad estinguere il reato.
Proprio ai tempi di prescrizione del reato credo si riferisse l’ANM quando ha chiesto al governo “più determinazione”.
Infatti, i tenui ritocchi ai tempi di prescrizione, apportati dal governo, mentre preoccupano i Magistrati, fanno sorridere gli avvocati difensori che, da navigati volponi, conoscono mille trucchi per allungare la durata dei processi al fine di ottenere la prescrizione del reato.
Ora, se Renzi ed il suo governo, per non inimicarsi la lobby della corruttela, non se la sono sentita di eliminare del tutto la prescrizione per i reati commessi ai danni del pubblico denaro, avrebbero potuto almeno prevedere che la prescrizione si bloccasse con il rinvio a giudizio dell’imputato.
In questo caso si sarebbe anche velocizzato l’iter processuale per il venir meno dell’interesse, da parte degli avvocati della difesa, di tirare per le lunghe confidando nella prescrizione.
Ecco perché ritengo banale e sciocco che Renzi chieda ai magistrati di parlare solo “con processi e sentenze”, quando proprio i processi e le sentenze sono condizionati dalle leggi del suo governo e dai voti del Parlamento.

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