sabato 14 febbraio 2015

FIOM, come avvelenare i pozzi d’acqua nel deserto

È doveroso precisare che la frase “è come se volessimo avvelenare i pozzi d’acqua nel deserto”, riferita allo sciopero indetto dalla FIOM a Pomigliano per sabato 14 febbraio, non è farina del mio sacco ma sono parole del Segretario Generale UILM Campania, Giovanni Sgambati.
Dato a Cesare quel che è di Cesare veniamo ai fatti.
La Panda, autovettura prodotta nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco, sembra godere in questi giorni di un trend di vendite positivo, superiore alle previsioni elaborate dall’Azienda.
Per far fronte a questa inaspettata impennata della domanda e per evadere gli ordini dei clienti, la Direzione aziendale ha programmati turni di lavoro straordinario per sabato 14, 21 e 28 febbraio prossimi.
Non l’avesse mai fatto !
Per tutta risposta Maurizio Landini, Segretario Generale FIOM-CGIL, senza pensarci su ha indetto uno sciopero di otto ore per sabato 14 febbraio.
Ha motivato lo sciopero accusando FIAT Chrysler di ricorrere al lavoro straordinario invece di far rientrare in fabbrica i lavoratori che attualmente sono in contratto di solidarietà (CDS).
Ovviamente a Landini non poteva far mancare il suo sostegno nientepopodimeno che Paolo Ferrero, segretario del partito di Rifondazione Comunista.  
Nel tentativo di dar forza alle sue argomentazioni Landini è arrivato perfino a citare le parole di Papa Francesco: “la solidarietà unisce e quel poco che abbiamo se condiviso diventa ricchezza”.
Mi sembra cervellotico e puerile strumentalizzare il pensiero del Papa che, con il caso Pomigliano, avrebbe tuttalpiù come attinenza il solo uso della parola “solidarietà” che si ritrova nella tipologia di contratto di quei lavoratori che sono esclusi dal ciclo produttivo.
Per contro non è la prima volta, invece, che Landini e Ferrero dimostrano di capire poco o nulla sia di organizzazione del lavoro che di processi di produzione.
Ad esempio, con toni saccenti Landini invita FIAT Chrysler ad “istituire il terzo turno ed attivarlo quando lo richiede il mercato” dando prova di non aver afferrato che il vero problema aziendale, oggi, è quello di fronteggiare una contingenza e non di ridefinire strategie produttive.
Cioè una situazione che per i lavoratori di quello stabilimento, purtroppo, si esaurirà con i tre sabato di straordinario.
Non solo, ma né Landini né Ferrero sembrano rendersi conto che se l’Azienda impiegasse nelle tre giornate di sabato i lavoratori attualmente in CDS e non qualificati per il processo produttivo in atto, non solo il fatto non li sdoganerebbe dal loro stato di cassintegrati, ma si correrebbe il rischio, invece, di pregiudicare, per qualità ed output, il programma di produzione dei tre giorni.
Va ricordato che lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, sull’orlo della chiusura solo qualche anno fa, da gennaio 2013 è diventato l’unico sito europeo per la produzione della Panda (NdR: fino a dicembre 2012 il precedente modello della Panda si produceva in Polonia).
In un territorio, il Sud d’Italia, in cui è drammatica l'assenza di opportunità occupazionali mi sembrano inspiegabili ed imperdonabili sia la rigidità mentale che la cecità ideologica con cui Landini affronta una contingenza che costituisce, e sottolineo purtroppo, solo un caso isolato.
Per questo non posso che condividere le parole del Segretario Generale UILM Campania che giudica dannoso per le prospettive soprattutto del Sud “… contrastare i picchi di produzione con relazioni sindacali più orientate al passato che al futuro”.

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