lunedì 13 luglio 2015

No ! … suddito tedesco no

Per la miseria, non era riuscito, negli anni ’30 e ’40, al Cancelliere Adolf Hitler, e stai a vedere che dopo settanta anni riesce alla Cancelliera Angela Merkel che, anche se non può contare sulle Panzer Division, tuttavia ha dalla sua la devastante arma di uno squalo spietato, Wolfgang Schäuble.
Mi riferisco al fatto che, più o meno inconsciamente, gli Stati europei si stiano sottomettendo sempre più alla sovranità politica, e non, della Germania
Sono anni ormai che, come cittadini europei, subiamo senza fiatare che nello stadio che dovrebbe essere anche nostro, quello della Unione Europea, sia la Germania a dettare le regole del gioco, a stabilire chi può giocare e chi no, ad indossare la divisa dell’arbitro, ma anche a scendere in campo con la pretesa di vincere sempre.
Solo la Francia sembra ribellarsi a questo andazzo,  dando prova di non accettare il primato della Germania, anzi facendo il possibile per contenderglielo.
Sintomatico è ciò che è accaduto negli ultimi giorni, ed ancor più in queste ultime ore, in relazione alla complessa e delicata situazione greca.
Domenica scorsa, mentre ad Atene era in corso lo spoglio dei voti referendari e già si prospettava il successo dei “NO”, Hollande e Merkel decisero di incontrarsi il giorno dopo, loro due, per valutare il da farsi.
Domanda: forse che i contraccolpi della possibile uscita della Grecia dall’area euro e dalla UE colpirebbero solo gli interessi teutonici e francesi ?
Assolutamente no, ma ad Hollande ed alla Merkel gli interessi degli altri paesi comunitari non fanno né caldo né freddo, tanto è vero che il giorno dopo hanno convocato Tsipras per discutere delle conseguenze che avrebbe prodotto il referendum.
I capi di stato e di governo degli altri 16 Stati della Eurozona sono stati, di fatto, esclusi da questi incontri anche se con qualcuno ci sarebbero stati contatti telefonici.
Ad onor del vero i capi di stato e di governo sono stati messi in preallarme ed a disposizione del Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che seguendo le istruzioni della Merkel e di Hollande li avrebbe convocati a Bruxelles, salvo poi disdire o rinviare gli incontri.
Insomma, una situazione da teatro dell’assurdo che ha anche prodotti momenti allucinanti e grotteschi.
Ad esempio, per darsi delle arie e dare ad intendere ai mezzi di informazione che lui seguiva in presa diretta, con Merkel ed Hollande, le trattative con la Grecia, Matteo Renzi venerdì dichiarava: “Al punto in cui siamo sono convinto che all’accordo si potrà arrivare nella stessa giornata di domani”.
Visto come sono andate effettivamente le cose almeno questa fandonia se la poteva risparmiare.
Già, perché dopo che ministri e tecnocrati si sono accapigliati per ore e giorni sulla possibile via di uscita, i sovrani dell’UE, Merkel e Schäuble, affinché nessuno possa dubitare che “l’Europa sono loro”, hanno deciso alla fine di dettare loro a Tsipras le vere condizioni per proseguire i negoziati.
Condizioni che, per buona creanza, mi limiterò a definire surreali.
Infatti, per proseguire i negoziati il Parlamento greco dovrebbe approvare in tre giorni, cioè entro mercoledì 15 luglio, nientepopodimeno che la riforma dell’IVA, quella delle pensioni, il nuovo codice di procedura civile, la creazione di un istituto per il controllo dei conti pubblici e dei bilanci, oltre ad accettare formalmente e senza riserve la presenza della Troika ad Atene.
Credo che solo per pura dimenticanza in questo editto imperiale non siano state previste le punizioni corporali nelle quali incorrerebbero Tsipras ed i suoi ministri qualora non ottemperassero agli ordini ricevuti.
È evidente che il vero obiettivo di condizioni così assurde ed umilianti per il popolo greco sia quello di costringere il ribelle Tsipras a rassegnare le dimissioni per consentire alla Merkel di insediare in Grecia un premier di suo gradimento (NdR: Italia docet !).
Per le leggi dell’impero teutonico, infatti, Tsipras deve espiare l’affronto fatto alla imperatrice, non solo osando contrariarla, ma addirittura mettendola di fronte ai risultati per lei indigesti di un referendum.
Se fino a questa mattina ero un europeista convinto, da  questo momento con altrettanta convinzione affermo il mio categorico rifiuto a diventare suddito dell’impero tedesco, e confido che presto tutti i cittadini europei alzino finalmente la testa e facciano pressione sui loro rispettivi governanti perché si ribellino a questa arrogante ed inaccettabile  sovranità politica, e non, di Merkel & Co.

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