lunedì 9 novembre 2015

#vecchioscarpone a Bologna

Ammetto di avere molte pecche, però non ho mai nutrita simpatia per Berlusconi.
Negli anni ’80, ad esempio, sostenevo che senza la protezione e l’appoggio di Bettino Craxi, e di altri padrini, l’imprenditore Berlusconi, megalomane ed avventato, sarebbe andato a rotoli.
Quando agli inizi degli anni ’90, colto da panico per aver persa la protezione del suo padrino Craxi, Berlusconi decise, con la regia di Marcello Dell’Utri, di “scendere in campo” come politico-imprenditore, non credetti di certo che lo facesse “per amore dell’Italia”.
Ma tant’è, troppi italiani sono facili a prendere la cotta per il primo ciarlatano che prometta loro la cuccagna senza fatica, salvo poi voltargli le spalle quando oramai si trovino con il culo per terra.
Era già successo, decenni prima, con Mussolini ed il fascismo.
Ciò premesso, oggi nel vedere Berlusconi miseramente ospite, a Bologna, sul palco della Lega, la mia disistima per lui ha avuto un sussulto di pietà.
Come non provare compassione, infatti, per quel imbonitore che, abituato a gongolare per le folle di allocchi che lo osannavano, pur di non sentirsi relegato fuori dalla scena politica si è dato in pasto, con una penosa comparsata, ad individui che lo hanno sempre detestato e che, anche oggi, non gli hanno nascosto il loro fastidio per le sue trite e ritrite litanie.
La verità è che Berlusconi, come una vecchia baldracca che non vuole darsi pace per non essere più corteggiata e desiderata, non si rassegna ad essere oramai spacciato come ciarlatano e come politico, nonostante il suo figlio putativo, Matteo Renzi, abbia fatto di tutto per riesumarlo.
Penso che se il raduno della Lega si fosse svolto a Roma, invece che a Bologna, dagli astanti si sarebbe levato il coro “Aoh ! vatte a ripone !”  

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