martedì 4 novembre 2014

Moralizzare la vita pubblica … minando la Legge Severino

Nell’apprendere la decisione del TAR di Napoli di rimettere Luigi de Magistris sullo scranno di primo cittadino di Napoli, non ho potuto fare a meno, giorni fa, di manifestare il mio sconcerto e le mie perplessità sulla scombinata giustizia italiana con il post “Giustizia? … siamo alle solite”.
Non erano trascorse neppure 24 ore, da quel momento, che stampa e TV hanno data notizia della volontà di Renzi di modificare la cosiddetta Legge Severino, vale a dire il Dlgs 235 del 31 dicembre 2012.
Un po’ sorpreso mi sono domandato con quali propositi il nostro Presidente del Consiglio intendesse intervenire.
Ingenuamente ho pensato: stai a vedere che vuole rendere più sicuro ed immediato l’allontanamento dai pubblici incarichi di parlamentari ed amministratori disonesti, corrotti, corruttori, indagati, condannati, etc..
Neppure per sogno !
L’intenzione di Renzi, infatti, sarebbe invece quella di modificare il disposto della Legge Severino, per quanto concerne gli amministratori locali, prevedendo di far scattare la sospensione dall’incarico non più al momento in cui fossero condannati in primo grado, bensì solo al momento in cui nei loro confronti fosse emessa una sentenza definitiva di condanna.
Ora, che Renzi dimostrasse una certa predilezione per disonesti e pregiudicati già lo si era capito molto bene quando, appena eletto segretario del PD, il suo primo pensiero era stato quello di accordarsi con l’ex cavaliere per la “tresca del Nazareno”.
Che, però, questa sua predilezione lo induca oggi perfino a modificare la Legge Severino per salvaguardare gli amministratori locali, condannati in primo grado da un Tribunale della Repubblica Italiana, mi sembra davvero una dissennata corbelleria.
Innanzitutto perché permetterebbe ad un amministratore locale, condannato in primo grado, di continuare a gestire la cosa pubblica in attesa che arrivi, dopo anni, una sentenza definitiva, concedendogli così la possibilità di perpetrare a lungo nuove malefatte.
Renzi forse ignora che il Consiglio di Stato, nell’ottobre 2013, si è espresso affermando che una condanna di primo grado sia di per se “un requisito negativo per la capacità di continuare ad esercitare un pubblico ufficio”.
Inoltre, Renzi dovrebbe sapere che, per la stramberia delle nostre leggi e per le lungaggini della giustizia, senza troppa fantasia si possa prevedere che, prima di arrivare ad una sentenza definitiva, scatti in molti casi la prescrizione del reato, materia questa di cui il suo connivente Berlusconi è un esperto professore.
In altre parole ciò significherebbe che un amministratore locale, sia esso un governatore regionale, un sindaco od un consigliere, pur condannato in primo grado, finirebbe per essere inamovibile non per una assoluzione ma per la prescrizione del reato da lui commesso.
Beh ! Se questa è la strada che Renzi intende perseguire per moralizzare la vita pubblica del nostro Paese, ai cittadini onesti, e sono più di quelli che Renzi immagina, non resta che augurarsi la rapida caduta di questo governo.
Infatti, se davvero volesse fare un passo avanti per moralizzare le istituzioni, la Legge Severino andrebbe sì modificata, ma disponendo la ineleggibilità e l’espulsione immediata dal Parlamento di deputati e senatori non appena colpiti da una condanna di primo grado.   
Già, ma siccome questa ipotetica norma decimerebbe Camera e Senato, occupati, di fatto, da decine e decine di “abusivi”, questa modifica della Legge Severino non la proporrà né Renzi né alcun altro esemplare della kasta.
Anzi, dopo le parole pronunciate oggi da Berlusconi “… la decisione del TAR di Napoli di rinviare alla Consulta la Legge Severino, che ha causato la mia ingiusta espulsione dal Senato, fanno sperare che dopo tanti mesi oscuri la giustizia possa prevalere”, sono colto dallo assillante sospetto che anche la abrogazione della Legge Severino sia, invece, una delle abominevoli concessioni che Renzi ha fatto al pregiudicato con la “tresca del Nazareno”.
Mi domando: anche queste derive in aiuto della illegalità fanno parte del progetto renziano per “cambiare l’Italia” ?

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