Non
ho notizia che la vanità di Berlusconi si
sia spinta fino a mettere nelle mani del fedele Sandro Bondi le tavole dei dieci
comandamenti, come nell’Antico Testamento si narra che abbia fatto Dio con
Mosè.
Ho
il dubbio, però, che il signore di Arcore abbia escogitato, per i suoi lacchè,
almeno qualcosa di molto simile al primo dei dieci comandamenti, imponendo loro
il precetto: “non avrai altro idolo all’infuori
di me”.
Un
dubbio reso più che legittimo dall’ossessione con cui i suoi cortigiani, vicini
e lontani, continuano a venerarlo svisceratamente nonostante i molti misfatti che
ha commessi, qua e là, dentro e fuori la sua partecipazione alla vita politica.
Nei
giorni scorsi, ad esempio, durante un dibattito televisivo sulla critica situazione
ucraina, conseguente all’annessione della Crimea da parte della Russia, uno dei
partecipanti ha fatta una affermazione che non so ancora se definire più
sconcertante o più ridicola.
L’editorialista
del quotidiano “Libero”, Davide Giacalone, riferendo le parole pronunciate poche
ore prima da Berlusconi, “risolvere la
crisi ucraina solo con le sanzioni non è un’idea saggia”, è arrivato ad
affermare che erano le parole di quello che lui considera “il più grande statista europeo vivente”.
Esterrefatto
ed incredulo mi sono affrettato a riavvolgere più e più volte il nastro per riascoltare
quella asserzione, prima di capacitarmi che il signor Giacalone avesse davvero esternata
una così madornale bestialità.
Umanamente
è comprensibile che il signor Giacalone possa nutrire sentimenti di profonda riconoscenza
nei confronti del signor Berlusconi che, come capo del governo, nel 2010 lo ha nominato
presidente di DigitPA e, nel 2011,
presidente dell’Agenzia Nazionale per la Diffusione delle Tecnologie dell’Innovazione.
Arrivare,
però, ad affermare che Berlusconi sia “il
più grande statista europeo vivente”, è una fregnaccia che non può essere
giustificata da pulsioni né di riconoscenza né di devozione.
Per
questo, suggerirei al signor Giacalone di leggere la definizione che il
Dizionario Treccani dà di statista: “Uomo,
donna di stato: persona che ha una profonda esperienza, teorica e pratica, dell’arte
di governare uno stato”.
Ora,
Berlusconi ha di certo una profonda esperienza … nelle arti ludiche e nei bunga
bunga, ma senz'altro non eccelle nella “arte
di governare uno stato”.
L’ex
cavaliere, infatti, ha dimostrata tutta la sua insipienza presiedendo negli
ultimi venti anni non uno, bensì quattro governi che la storia ricorderà solo per
la loro inanità e per le “leggi ad
personam”.
Anche
dagli ambienti internazionali Berlusconi è sempre stato considerato un parvenu
inaffidabile e tragicomico, e non solo per le sue esibizioni da guitto, ma
anche per i legami personali di amicizia intrattenuti con individui non certo paladini
della democrazia, da Gheddafi a Mubarak, da Janukovyč a Putin, per citarne
alcuni.
La
verità è che colui che Giacalone definisce, mi auguro per piaggeria e non per convincimento,
“il più grande statista europeo vivente”,
ha trascinato il nostro Paese sull’orlo di un baratro economico e sociale dal
quale gli italiani, con fatica e sacrifici, stanno ancora cercando di salvarsi.
Ho il sospetto, perciò, che a Giacalone siano sfuggiti
molti capitoli della storia italiana degli ultimi venti anni.