Se fossi addetto al casting di un format Masterchef mi
premurerei di invitare come concorrente Matteo Renzi.
Perché ?
Semplicemente perché sono rimasto incantato, in questi
due anni, dalla sua straordinaria abilità culinaria nel rigirare le frittate
secondo convenienza, con una faccia tosta impareggiabile.
Oggi, ad esempio, intervenendo alla Scuola di Formazione
Politica del PD, ha voluto dire la sua sulle primarie, però senza censurare con fermezza
i maneggi che l’impertinente sito Fanpage.it ha documentati in occasione delle primarie per
la scelta del candidato sindaco, domenica 6 marzo a Napoli.
Renzi se l’è presa con quelli che, secondo lui,
starebbero dando vita ad “un disegno per screditare le primarie come strumento”.
La vera perla, però, della sua perorazione a favore dello strumento democratico che offrirebbe la opportunità, a militanti e simpatizzanti,
di scegliere il loro candidato, sono queste parole: “le
primarie sono l’alternativa ai 100 capibastone” che, in passato, decidevano chi
candidare.
Questa asserzione, proferita da colui che è il padre di una legge
elettorale come l’Italicum, fa semplicemente sghignazzare.
Mi domando se quando parla Renzi sia cosciente di quello
che dice, oppure se consideri gli italiani un ammasso di inebetiti e sprovveduti.
La spudoratezza di una simile affermazione, infatti, fa a
pugni con uno dei precetti dell’Italicum che Renzi ha sempre dichiarato intoccabile.
Mi riferisco alla norma dell’Italicum che prevede che
siano i segretari dei partiti, cioè 4 o 5 capibastone, a determinare e blindare
i primi 100 candidati delle liste elettorali, tra i quali saranno designati di
diritto i deputati, senza che gli elettori abbiano la possibilità di
manifestare il loro consenso o dissenso.
Oddio, è vero che l’Italicum prevede solo 4 o 5
capibastone, e non i 100 ai quali si è riferito Renzi, però sempre di capibastone
si tratta.