Non è trascorsa neppure una settimana da quando, dopo
aver fatto i diavoli a quattro per ottenere l’investitura ufficiale, Matteo
Renzi e Paolo Gentiloni si esibivano in dichiarazioni roboanti sulla rilevanza
ed il prestigio che l’Italia avrebbe acquisito con il comando dell’intervento
internazionale in Libia contro l’Isis.
Ai primi di marzo, infatti, il ministro della difesa USA,
Ash Carter, aveva dato l’assenso formale alla richiesta del governo Renzi
dichiarando: “L’Italia, essendo così vicina, si è offerta di prendere la guida
in Libia delle forze in campo per la stabilizzazione del paese e la lotta all’Isis”.
Assenso confermato anche dal generale statunitense Donald
Buluc in una intervista rilasciata al Wall Street Journal.
Negli stessi giorni la ministra della difesa, Roberta Pinotti,
dissertava in Parlamento della organizzazione,
a Roma, di una vera e propria “war room” per il coordinamento delle operazioni,
indicando in circa 5000 uomini le forze che l’Italia avrebbe messe in campo.
Insomma, se non proprio venti di guerra, di certo nel
nostro Paese soffiava una preoccupante brezza, dal momento che perfino il molto
silente Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva ritenuto
opportuno convocare al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa.
Senonché l’onnipresente Matteo Renzi, ospite perfino del
salotto televisivo molto pop di Barbara D’Urso, dopo la consueta
autocelebrazione dei suoi successi si è esibito in una funambolica retromarcia affermando
“…con me presidente l’Italia non invaderà la Libia” e considerando fantasticherie
da videogioco la notizia che il nostro Paese avrebbe inviati 5000 militari in
territorio libico.
Evidentemente impaurito dai sondaggi che indicano la
contrarietà degli italiani ad un intervento
in Libia, Matteo Renzi ha cambiata idea, proprio lui che fino a poche
ore prima si vantava di aver ottenuto per il nostro Paese la leadership per il comando
delle operazioni militari.
Fatto sta che queste dichiarazioni salottiere di Renzi hanno
spinto l’Ambasciatore USA a Roma, John Philips, a rispondergli a stretto giro non
solo confermando che “… spetta all’Italia decidere e definire i dettagli del
suo impegno in Libia”, ma rimarcando anche come fosse stata l’Italia ad “… indicare
pubblicamente la sua volontà di inviare circa cinquemila uomini”.
Nulla
di nuovo sotto il cielo renziano … ancora una figura perecottaia !
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