lunedì 22 luglio 2013

Brunetta non sa far di conto

Perplessità sulle competenze economiche e finanziarie dell’esimio cattedratico, Renato Brunetta, già si erano fatta strada ascoltando alcune sue balzane teorie sul come uscire dalla attuale crisi congiunturale.
L’attendibilità di questo eminente cattedratico, proclamato “puffo economicus” del PdL, lascia molto a desiderare, anche perché è sua abitudine sparare dichiarazioni ad effetto, prontamente smentite dai fatti.
Ad esempio, in campagna elettorale buttò là che la restituzione dell’IMU 2012 sarebbe stata realizzata, in poche settimane, con il denaro ricavato dalla tassazione dei capitali italiani esportati in Svizzera, ma subito fu smentito dalle autorità elvetiche che negarono, perfino, che tra Svizzera ed Italia ci fosse un accordo in materia.
È noto, però, che in campagna elettorale i politici fanno a gara per promettere la luna nel pozzo, ed il “puffo economicus” con il suo padrone Berlusconi si esaltano nel fare i cacciaballe, convinti come sono che gli italiani siano tutti grulli e dimentichino ogni cosa.
Sull’attendibilità, però, dell’illustre cattedratico da ieri incombe anche il dubbio che non sappia neppure far di conto.
Difatti, in un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, Brunetta ha dichiarato: “Tra il PD ed il PdL c’è stato uno scarto di voti pari allo 0,3%. Invece il PD ha quasi il doppio di ministri rispetto a noi. Serve un riequilibrio.”
Auguriamoci che, ad indurre il “puffo economicus” a dire questa stupidaggine, sia stato il suo maldestro uso di un antico abaco a manovella di fine ‘700.
Considerando una corbelleria quell’asserzione, e poiché a scuola mi hanno insegnato che la matematica non è una opinione, sono corso al pallottoliere ed ho avuta conferma che tra 8.644.523 (voti del PD) e 7.332.972 (voti del PdL) c’è una differenza di 1.311.551, con  uno scarto, cioè, del 15,2% e non dello 0,3% di cui farnetica il cattedratico Brunetta.
Perciò, poiché della compagine governativa fanno parte PD, PdL e Scelta Civica (con i suoi 3.591.607 voti) il supposto “riequilibrio”, preteso dall’esimio professor Brunetta, sarebbe un’altra balla.
Qualora poi, dopo essersi fatto passare per economista di chiara fama, il “puffo economicus” voglia candidarsi anche come distributore automatico di ministeri, allora, indossi i panni del meticoloso computista ed attribuisca il 45% dei dicasteri al PD, il 37% al PdL ed il 18% a Scelta Civica.
Potrebbe darsi, però, che nella spartizione un ministro-donna valga come 1,5 ministro-uomo, e che Alfano, invece, conti solo mezzo ministro per le fandonie che ha propinato sul “pasticciaccio kazako”.
Sarebbero cavolacci di Brunetta, comunque, dispensare ministri e sottosegretari con il bilancino.  
A questo punto, però, smetto di scherzare e m’incazzo.
Porcaccia miseria! Mentre il Paese è alla deriva e gli italiani sono in ginocchio, è mai possibile che questi politici cialtroni si preoccupino sempre e solo di spartirsi le poltrone ?

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