venerdì 18 ottobre 2013

Legge di stabilità … ‘ccà nisciuno è fesso !

Che Enrico Letta sia un presidente del consiglio prolifico di belle parole ma privo dei necessari attributi per affrontare e risolvere le difficoltà dell’Italia, si era capito da tempo.
Mestierante della politica, e per di più ex democristiano, dimostra di essere a suo agio quando si tratta di sparare panzane ai microfoni, ma va in difficoltà ed è pusillanime se deve tradurre le panzane in fatti.
Non ricordo quante volte, in queste settimane, Enrico Letta abbia affermato che il "cuore" della Legge di Stabilità sarebbe stata la riduzione del cuneo fiscale, per rendere più pesanti le buste paga e rilanciare i consumi.
Certo, ascoltando queste dichiarazioni, lavoratori ed imprenditori avevano sorriso rassicurati e soddisfatti.
D’altra parte, Letta non faceva che confermare l’impegno preso fin dal momento del suo insediamento.
Si è arrivati così, in ansiosa attesa, a martedì 15 ottobre.
Dopo un faticoso e travagliato parto, il Consiglio dei Ministri ha finalmente data alla luce la Legge di Stabilità.
Compiacendosi del loro operato, Letta, Alfano & Co. si sono presentati in conferenza stampa per istoriare la Legge di Stabilità con ghirigori entusiastici, ma anche raccontando tante fanfaluche.
Fatto sta che le aspettative, covate a lungo da lavoratori e imprenditori, da febbrili si sono mutate dapprima in sconcerto per tradursi, ben presto, in una generale incazzatura.
Dopo aver sbandierato, per mesi ed ai quattro venti, l’impegno a ridurre le tasse sul lavoro, Letta ha avuta la faccia tosta di compiacersi, in conferenza stampa, per aver deciso uno sgravio fiscale che si tradurrà in un aumento delle buste paga tra i 10 ed i 14 euro al mese, l’equivalente di 5 cappuccini con brioche!
E, con questo miserabile obolo, Letta crede davvero di rilanciare i consumi delle famiglie?
Suvvia, signor presidente del consiglio, ‘ccà nisciuno è fesso!
Per questo, rifletto sul fatto che alla riduzione del cuneo fiscale siano stati destinati non più di 2,5 miliardi, cioè molto meno di quanto sia costata, alle casse dello Stato, la cambiale di 4,5 miliardi che Letta ha dovuta pagare a Berlusconi, con la cancellazione dell’IMU, per fare il presidente del consiglio.
Con la Legge di Stabilità, però, Letta ha pagata un’altra cambiale a Berlusconi, non aumentando la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 22%, un intervento da cui si sarebbero ricavate molte migliaia di euro per rimpinguare i fondi destinati alla riduzione del cuneo fiscale.
Ma le prese in giro non terminano qui.
Infatti, da tre anni è in atto il blocco della rivalutazione delle pensioni, per cui tutte le pensioni, anche le minime, hanno visto ridursi progressivamente il loro valore monetario.
Rispettando il principio “chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato”, la Legge di Stabilità non prevede alcun recupero della mancata indicizzazione per gli anni passati, ma si limita a prevedere una rivalutazione, solo parziale, per le pensioni fino a € 3.000 lordi mensili.
Così, quei ricconi che godono di una sontuosa pensione da € 3.001 lordi mensili in su, continueranno a percepire pensioni sempre più svalutate.
Un’altra brillante idea di Letta per favorire la ripresa dei consumi!
Ma le prese in giro continuano!
Mentre Alfano ed il PdL si vantano, a gran voce, di essersi dati da fare perché “non si mettessero le mani nelle tasche degli italiani”, leggiamo la Legge Finanziaria e ci rendiamo conto che questo conclamato successo, così come già quello della cancellazione dell’IMU, sono solo ennesime prese in giro degli italiani.
Infatti, dopo aver onorata la cambiale IMU di 4,5 miliardi, per consentire ad Alfano & Co. di sbizzarrirsi nel turlupinare i soliti gonzi, Letta, nella Legge di Stabilità ripropone l’IMU … con la furberia, però, di averle cambiato nome.
D’ora in poi, infatti, si chiamerà TRISE, un balzello che oltre all’imposta sui servizi di gestione dei rifiuti comporterà anche la tassazione sugli immobili.
L’amara sorpresa, però, è che l’ex IMU, camuffata come “imposta sui servizi comunali indivisibili”, la pagheranno non solo più i proprietari degli immobili ma, in quota parte, anche gli inquilini.
Di male in peggio!
Cosa avranno da rallegrarsi e strombazzare Alfano ed il PdL, non riesco proprio a comprenderlo.
Fatto sta che di buone notizie, per i cittadini, in questa Legge di Stabilità non ce n’è traccia.
Quello che è ancora più grave è riscontrare l’incapacità di questo governo ad affrontare di petto la crisi ed a predisporre interventi che incidano sulla ripresa economica, sulla riduzione della disoccupazione, sul contenimento della cassa integrazione, sul sostegno alle classi più deboli ed indifese.
Ci sarebbe ancora molto altro da dire su questa Legge di Stabilità e sulle sue clausole di salvaguardia, ma il mio travaso di bile è ormai fuori controllo.

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