Correva l’anno di grazia 1922 quando Benito Mussolini servendosi della marcia su Roma costringeva Vittorio Emanuele III, il re bonsai, a consegnargli le chiavi del Belpaese.
Passano
100 anni ed oggi, 2021, Donald Trump scimmiotta Mussolini ed architetta la sua
marcia su Washington con l’assalto a Capitol Hill, santuario della democrazia
americana.
A differenza,
però, di Mussolini che all’epoca non aveva incarichi istituzionali ma era
semplicemente un arruffapopolo, Trump, invece, approfitta del suo ruolo
istituzionale di Presidente degli Stati Uniti per mortificare e sfregiare sia
la costituzione che la democrazia americana.
Per
oltre due mesi, dal 3 novembre ad oggi, Trump si è mosso scientemente, giorno
dopo giorno, per alimentare l’aggressività di quella accozzaglia di mentecatti,
negazionisti, neonazisti, neofascisti, aderenti
a QAnon, messianici,
antisemiti, razzisti, complottisti, etc.
che riconoscono in lui un punto di riferimento.
Al
grido “voti illegittimi”, “brogli elettorali”, “elezioni rubate”, con la nutrita
schiera di avvocati capeggiata da Rudolph Giuliani, senza esibire mai uno
straccio di prova credibile, ha intentate decine e decine di ricorsi a sostegno
delle sue fumose fake news con l’intento di screditare la vittoria di Joe Biden.
Sconfitto
nelle urne, respinto nei tribunali, abbandonato via via dagli stessi compagni
di partito, all’ormai paranoico Trump non restava che tentare una prova di
forza aizzando migliaia di forsennati ad assaltare Capitol Hill mentre era in
corso il Congresso per certificare l’elezione di Joe Biden a 46° Presidente
degli Stati Uniti.
Il 6
gennaio 2021 gli Stati Uniti hanno vissuto uno dei momenti più drammatici della
loro storia, probabilmente solo l’inizio di un calvario lungo e travagliato che
gli americani dovranno affrontare per recuperare equilibrio, fiducia e
sicurezza nel loro sistema democratico.
Nei confronti
di Trump che, gettata la maschera, si è rivelato totalitario, schizofrenico ed
antidemocratico, sono giunte in queste ore le dure critiche, tra le altre, dei
principali leader europei: Emmanuel Macron, Angela Merkel, Boris Johnson.
Dal
mondo politico italiano sono state espresse, invece, solo generiche condanne delle
violenze perpetrate a Washington, ma non una parola sul ruolo di istigatore che
Trump ha professato e continua a professare oramai da settimane.
Ora,
che non potessero essere Salvini o la Meloni a criticare Trump non sorprende visto
che si comportano da suoi emuli, scopiazzandone comportamenti, linguaggio, inclinazione
ad attaccare con insulti e fake news gli avversari politici.
Che però
anche Giuseppe Conte, il presidente del consiglio, si sia sottratto al dovere di
condannare soprattutto le azioni e le parole che fino all’ultimo hanno istigate
quelle violenze, beh ! mi sembra che evidenzi un atteggiamento imbelle e farisaico
di cui l’Italia non può andare orgogliosa.
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