venerdì 23 novembre 2012

Anche il PdL potrà trastullarsi con le primarie

 
Alla fine Angelino Alfano sembra averla spuntata, con disappunto di Berlusconi e dei suoi fedelissimi scudieri.
Il prossimo 16 dicembre, quello che ancora sopravvive delle truppe cammellate del PdL dovrebbe eleggere, con le primarie, il candidato premier.
Uso il condizionale, per cautela, perché, dopo settimane di tira e molla e di accesi confronti, non mi stupirebbe che con un colpo di coda Berlusconi riuscisse a mandare tutto all’aria.
Infatti, che le primarie siano indigeste a Berlusconi lo si può intuire dalle reazioni isteriche e spropositate di Sandro Bondi, il fedelissimo verseggiatore e staffiere del padre-padrone.
Bondi ha perso il suo self-control infiammando una vivace polemica con un altro staffiere berlusconiano, Fabrizio Cicchitto.
Bondi è sbottato dicendo: “le scelte più importanti sono decise, nel PdL, da La Russa e dalla corrente trasversale … che ormai impongono le proprie decisioni ad un partito diviso e smarrito”.
Parole durissime, in bocca a colui che, fino a poche ore prima, si affannava a sostenere che nel PdL tutto filava perfettamente.
Parole che appaiono così gravi da far supporre che si sia giunti alla resa dei conti tra le diverse anime pidielline.
A poco più di quattro mesi dalle elezioni queste parole suonano come il necrologio del PdL.
Conoscendo, però, il grigiore personale di Bondi ed il suo servilismo nei riguardi di Berlusconi, stento a credere che ciò che ha detto sia farina del suo sacco.
Ed allora ?
Ricordiamo che non sono trascorsi molti giorni da quando, tra il serio ed il faceto, Berlusconi aveva promesso che avrebbe tirato fuori dal cilindro un dinosauro.
Per questo, ad esempio, potrebbe darsi che nell’attesa che salti fuori il dinosauro, a Bondi sia stato affidato il compito dello sfasciacarrozze per preparare la strada al definitivo distacco di Berlusconi dal PdL.
A Berlusconi serve un pretesto per liberarsi del PdL.
Pretesto che potrebbe essergli offerto dal flop delle primarie.
Resosi conto, infatti, che la sua leadership nel partito è sempre più appannata, Berlusconi, che non è certo tipo da accettare ruoli di secondo piano, potrebbe avere in animo di progettare davvero un “coup de theatre”.
Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una nuova formazione politica con le candidature di alcuni fedelissimi, in uscita dal PdL, e di qualche nuovo soggetto che gli assicuri fedeltà cieca ed assoluta.
Al vertice di questa formazione perché non ipotizzare Marina Berlusconi ?
Berlusconi ha assoluto bisogno, infatti, per continuare a curare gli interessi suoi e delle sue imprese, di mantenere una presenza attiva in Parlamento.
Ed Alfano ?
Alfano si gioca tutto con le primarie.
Se la sua leadership dovesse uscire indebolita dalle primarie, per la dispersione dei voti tra le troppe candidature in corsa, allora nel PdL si scatenerebbe una guerra senza esclusione di colpi e dall’esito inimmaginabile.

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