venerdì 18 luglio 2014

Incontro PD – M5S, inutile e scontato

Il secondo incontro, trasmesso in streaming dalla Sala del Cavaliere di Montecitorio, tra la delegazione del PD, guidata da Matteo Renzi, e quella del M5S, guidata da Luigi Di Maio, ha offerto uno spettacolo sconsolante a quelle migliaia di italiani che lo hanno seguito con stoicismo, senza farsi sopraffare da un più che giustificabile pisolino.
Eppure sarebbe stato logico attendersi che l’incontro, se non proprio conclusivo, consentisse almeno ai partecipanti di definire qualche punto di convergenza, dopo che il PD aveva preteso che il M5S prendesse carta e penna per dare dettagliati riscontri e motivate repliche alle dieci domande formulate da Renzi.
Invece, checché ne dicano i partecipanti, con le loro scontate parole di circostanza, ed i cronisti con i loro compiacenti resoconti, l’incontro è risultato del tutto inutile, troppo spesso scontato, a tratti segnato da venature di ridicolo.
Fin dalle prime battute è apparso evidente che la delegazione del PD, altezzosa oltre misura, era lì solo per non essere riuscita a trovare altre scuse per sfuggire ai pressanti inviti del M5S.
L’obiettivo, di Renzi e degli altri componenti la squadra, era evidentemente quello di menar il can per l’aia, temporeggiare in attesa di conoscere la sorte della travagliata riforma del Senato.
Come al solito il Segretario PD/Premier si è profuso in fiumi di parole inconcludenti, dribblando uno dopo l’altro tutti i temi che Di Maio poneva sul tavolo.
A causa del suo tergiversare Renzi ha dovuto perfino incassare la provocazione di non saper prendere decisioni senza consultare Berlusconi.
La delegazione del M5S, invece, si è presentata all’incontro come una scolaresca un po’ secchiona e testarda che, dopo aver fatti i compiti a casa ed aver studiata la lezione, si proponeva di far uscire allo scoperto Renzi ed i suoi sugli aspetti principali della legge elettorale.
Per questo Di Maio ha continuato ad incalzare Renzi con domande chiare ed inequivocabili.
“Il PD è favorevole alle preferenze ?”
“Il PD è d’accordo per eliminare l’immunità per deputati e senatori ?”
“Il PD è disponibile a riconsiderare il principio delle candidature multiple ?”
“Il PD è d’accordo con il doppio turno di lista e non di coalizione?”.
L’incontro, per oltre un’ora, è andato avanti con il M5S che poneva domande su punti concreti della legge elettorale ed il PD che nicchiava, discorreva del sesso degli angeli, rinviava le risposte ad un incontro successivo.
A raggiungere, però, l’apice del ridicolo è stato Renzi ripetendo come un mantra “prima dobbiamo fare un giro ufficiale sulla legge elettorale per consultare le altre forze politiche che condividono le riforme”.
Perdindirindina, ma che novità è mai questa ?
A gennaio, uscito dal Nazareno con l’Italicum che Berlusconi gli aveva mollato in mano, Renzi è corso in direzione del PD con un diktat chiaro “la legge elettorale è questa e non si tocca”.
Ora, invece, vuole fare un giro ufficiale di consultazioni ?
E chi dovrebbe incontrare in questo giro ufficiale se non Berlusconi ?
Infatti Alfano si è già espresso con chiarezza per le preferenze e non mi sembra esistano altre forze politiche disposte a sostenere l’Italicum.
Comunque, anche dopo questo incontro appare ancora nebuloso ed incerto quale sia l’indirizzo politico sulla legge elettorale di un PD, affrancato dalla supervisione di Berlusconi.

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