giovedì 17 luglio 2014

Conte, le dimissioni e la cena di banchieri

Gent.ma Signora Evelina Christillin,
ho letto l’articolo, a sua firma, pubblicato su L’Huffington Post di ieri, dal titolo “Adios al grande Antonio Conte che questa volta ha agghiacciato lui tutti noi bianconeri”.
Riferisce che la notizia delle dimissioni di Antonio Conte da allenatore della Juventus, appresa nel corso di una “pallosa” cena di banchieri (così la definisce lei), avrebbe creato così tanto soqquadro da far dimenticare i seriosi discorsi su Basilea 3 o sull’Asset Quality Review.
Mi sorprende che proprio a lei la notizia delle dimissioni sia giunta solo all’ora di cena, quando ufficiosamente era nota già all’ora del tea, a meno che l’incipit del suo articolo non volesse solo far presente a noi, comuni mortali, che lei frequenta personaggi influenti.
Non è stato di certo, però, il reportage sulla sua importante cena che mi ha infastidito.
Ad indispettire me, juventino oramai decrepito, oltre alla sua chiosa alle dichiarazioni rilasciate a caldo da Conte, è stato soprattutto il mieloso panegirico con cui lei ha voluto incensare l’operato del presidente Andrea Agnelli.
Un presidente che, secondo lei, “ne aveva piene le scatole … delle bizze psicosomatiche del suo coach”.
Non ho motivo per mettere in dubbio questa sua testimonianza, anzi la ritengo più che attendibile.
Mi e le domando, però, come mai a maggio, dopo la conquista del terzo scudetto consecutivo, quando Conte aveva manifestata l’intenzione di lasciare, Andrea Agnelli avesse tanto insistito per trattenere quel rompiscatole di allenatore.
Non solo, ma se i media, a cominciare da Tuttosport, non raccontavano fandonie, sempre a maggio Agnelli aveva proposto a Conte addirittura il rinnovo del contratto con un generoso aumento dell’ emolumento.
Siccome Conte rifiutò il rinnovo è evidente, gentilissima signora, che il problema non era economico, ma di garanzie sul rafforzamento della squadra in vista della stagione 2014/2015 e della partecipazione alla Champions.
Perciò è legittimo supporre che, se nell’incontro di lunedì 19 maggio Conte desistette dal proposito di lasciare, lo fece perché aveva ricevute assicurazioni, dal presidente Agnelli, su una campagna acquisti importante e di qualità.
Ricorderà anche lei, gentile signora, che per settimane sono stati sbandierati i “quasi accordi” di Marotta, ad esempio, con Sanchez, Iturbe, Candreva, Drogba.
Uno straordinario rosario di flop avallato dal signor Agnelli.
Come se ciò non bastasse, lunedì 14 luglio nel bel mezzo del primo allenamento, Agnelli e Marotta si sono precipitati a Vinovo per informare Conte che anche la sua richiesta di trattenere Vidal e Pogba molto probabilmente non sarebbe stata esaudita poiché dalla Premier erano in arrivo fantastiche offerte.
Lei scrive di una “luna di miele che stava diventando, e anche rapidamente, una luna di fiele”, ed inganna i tifosi juventini quando afferma che “quello che ha portato via Conte dalla sua leggenda bianconera è stato lo stress di un trono troppo complicato da mantenere in equilibrio sul suo scranno”.
Eh no, gentile signora  Christillin, questo è veramente troppo !
Che le piaccia, o no, Conte ha lasciata la Juventus perché il presidente Agnelli, da lei tanto incensato, non ha mantenuto nessuno degli impegni che prese il 19 maggio per convincere Conte a non rassegnare allora le dimissioni.
Ora lei ha ragione quando sostiene che essendo il padrone del vapore Agnelli può fare e disfare come vuole, questo però non toglie che Agnelli stia dimostrando di essere un presidente mediocre e poco ambizioso.
La scelta di Allegri come sostituto di Conte ne è una conferma.
Può darsi che tra i motivi che hanno indotto Agnelli a scegliere Allegri ci si anche la certezza che non avrà più a che fare con un allenatore rompiscatole.
Se, però, fra qualche mese la Juventus galleggerà a metà classifica, Agnelli cambierà ancora allenatore secondo il modello Ferrara-Zaccheroni-Delneri ?
Gentile signora, accetti l’amara riflessione di un vecchio juventino: dopo che l’Avvocato ed il dottor Umberto hanno lasciato il timone della Juve, è scomparso con loro quello che tutto il mondo riconosceva alla Juventus: “lo stile”.
L’Avvocato, ad esempio, non avrebbe mai tollerata la grossolanità con cui sono stati trattati Del Piero, Deschamps … ed oggi Conte.
Cordialmente. 

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