domenica 20 luglio 2014

Tarantella all’italiana

Tra le melodie della tradizione musicale di Napoli è molto popolare la tarantella, di Valente e Fiorelli, i cui versi sembrano scritti su misura per tratteggiare i passaggi della vita italiana, non solo politica, dei nostri giorni.
“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto …
chi ha dato, ha dato, ha dato …
scurdámmoce ‘o ppassato,
simmo ‘e Napule paisá ! …”
Espressione di una filosofia ingenua ma essenziale, con l’illusione di potersi scrollare di dosso ogni preoccupazione ed ogni ricordo e di affrontare il futuro senza grattacapi.
Versi di una tarantella che potrebbero fare da sottofondo, come leitmotiv, oltre che ai comportamenti di Renzi, anche alla sua  stessa visione politica.
Perché non immaginare, ad esempio, che Matteo Renzi, nell’ormai famoso sabato di gennaio al Nazareno, sia andato incontro al suo ospite, Berlusconi, canticchiandogli “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto … chi ha dato, ha dato, ha dato … scurdámmoce ‘o passato”?
Versi che, di certo, le orecchie di un Berlusconi, già pregiudicato ed emarginato dalla scena politica, non possono avere ascoltati che con goduria, interpretandoli come una prospettiva di rinascita.
Da quel giorno, infatti, pur condannato in via definitiva, pur se non più senatore, pur se abbandonato da molti accoliti, ringalluzzito dalla tarantella dedicatagli da Renzi, Berlusconi non solo sarebbe riemerso dall’isolamento, ma sarebbe riuscito con scaltrezza ad abbindolare il grullo fiorentino fino al punto da dettargli l’indirizzo politico del Partito Democratico.
Sofferente di “arcoredipendenza”, da quel sabato Matteo Renzi di fatto non muove foglia che Berlusconi non voglia.
Renzi, vive talmente in simbiosi con Berlusconi da aver compreso, nell’incontro Pd-M5S, che Di Maio lo stava ridicolizzando incalzandolo, su ogni argomento, con la domanda: “ma deve andare ad Arcore a chiedere il permesso?”.  
È pur vero che Berlusconi, con il suo ringalluzzire, ha saputo allungare le mani sul PD, ma è altrettanto vero che ha dovuto assistere ai venticelli di sedizione che soffiano all’interno di Forza Italia da chi ritiene stridente la tarantella renziana.
Una tarantella che, con i suoi versi “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto … chi ha dato, ha dato, ha dato … scurdámmoce ‘o passato”, è parsa fare da sottofondo alla sentenza di assoluzione di Berlusconi nell’aula della Corte d’Appello di Milano.
Versi, appunto, che non solo Berlusconi ma anche Emilio Fede, Lele Mora, Giancarlo Galan, Nicole Minetti, Denis Verdini, Marco Milanese, Lia Sartori, si augurano di sentire riecheggiare ancora nelle aule di tribunale.
Per questo, chiedendo venia a Valente e Fiorelli, mi permetterei di sostituire l’ultimo verso della loro tarantella.
Invece di “… scurdámmoce ‘o passato” proporrei un verso più adatto al momento storico del nostro Paese: “scurdámmoce ‘a legg’ e ‘a giustizia”

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