Capita,
a volte, che le giornate sembrino essere scivolate via senza lasciar traccia.
Poi,
ti accorgi di aver registrato, inconsapevolmente, qualcosa e ci ripensi.
Ad esempio,
ascoltando Matteo Renzi che, a dispetto della realtà, continua a ripetere il
suo mantra: “L’Italia ha
ripreso finalmente a volare”, mi è
tornato in mente quel martedì 2 febbraio, quando un tardivo Babbo Natale, appiedato
di slitta e renne, è sbucato in piena notte a Fiumicino per depositare in un
hangar dell’aeroporto un giocattolo principesco, un Airbus A340-500 corredato
di ogni optional possibile ed immaginabile.
È a
questo, forse, che intende riferirsi il nostro premier, oppure il riferimento è
al debito pubblico, il solo che veramente continua a volare ?
Fatto sta che dalle ore 1 e 41’ del 2 febbraio, sotto il
vigile sguardo di tecnici e forze dell’ordine, in un hangar di Fiumicino c’è il capriccioso
gingillo che Matteo Renzi si è regalato, a spese dei contribuenti italiani, per
celebrare i due anni di occupazione di Palazzo Chigi.
La fandonia
ufficiale, per gli allocchi, è che nei voli a lungo raggio Matteo Renzi non
sarà più costretto a stressanti scali tecnici.
È legittimo
domandarsi, a questo punto, come abbiano fatto, fino ad oggi, i premier che lo
hanno preceduto, e gli stessi Presidenti della Repubblica, a non soffrire lo stress
da scali tecnici.
Mi sorprende che
persino Silvio Berlusconi, pur abituato a comfort e sfarzi di ogni tipo, nei
lunghi anni trascorsi a Palazzo Chigi non abbia mai fatte le bizze per
lamentarsi dello stress durante i voli transoceanici.
Peraltro, sembra
che neppure Papa Francesco, ed i suoi predecessori, abbiano mai bestemmiato
contro gli scali tecnici.
Comunque, infischiandosene
degli impegni alla trasparenza, il governo
ha stesa un cortina di segretezza sui costi, per la collettività, di questo
capriccio renziano.
In base ai
tariffari internazionali, come ha scritto il Corsera, il canone mensile del
leasing per questo tipo di velivolo si aggirerebbe tra 230 e 315 mila euro, cui
si devono sommare i costi dell’equipaggio, delle manutenzioni ordinarie e
straordinarie, dei rimarchevoli consumi di kerosene dei 4 motori Rolls Royce.
Insomma, esperti
del comparto aeronautico stimano che il giocattolo di Matteo Renzi, a conti
fatti, finirà per costare agli italiani non meno di 180/200 milioni di euro.
Ecco perché i
media di regime si sono attenuti al più ipocrita dei silenzi, preferendo
battere la grancassa sulle
insignificanti misure di contrasto alla povertà che Renzi, furbescamente, ha
dato loro in pasto proprio nelle stesse ore in cui a Fiumicino atterrava
l’A340.
Interventi
irrilevanti innanzitutto perché non strutturali ma occasionali, con i quali nel
2016, forse, potrebbe essere elargita, alla vigilia delle elezioni
amministrative, la solita mancetta elettorale di € 80 al mese, tanto cara a
Renzi, a circa uno dei 4 milioni e 200.000 cittadini in stato di povertà
assoluta e degli 8 milioni in stato di povertà relativa (NdR: dati
ISTAT).
A
confermare la irrilevanza di questi interventi ci ha pensato l’incerto Viceministro
dell’Economia, Enrico Zanetti, che in TV si è esibito in una imbarazzata ed
imbarazzante perorazione del provvedimento governativo.
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