Oramai sembrerebbe non fare più notizia, però anche in
questi giorni i Carabinieri hanno scoperti e denunziati 23 dipendenti del
Comune di Boscotrecase, in provincia di Napoli, che si comportavano da “furbetti del cartellino” o
strisciando il badge per poi uscire e dedicarsi a faccende private, oppure strisciando
i badge di loro colleghi, così presi dai loro affari da non avere neppure il
tempo di passare in ufficio per simulare la presenza.
L’inchiesta coinvolge 30 dei 100 dipendenti del Comune.
Da mesi i casi di
“furbetti del cartellino” emergono a decine e centinaia, da Nord a Sud, mettendo
in evidenza quanto sia diffusa, nella
Pubblica Amministrazione, la marcescente consuetudine di truffare le istituzioni
fingendosi presente sul posto di lavoro.
Sarà pur vero che sarebbe avventato fare di ogni erba un
fascio, però che questi comportamenti fraudolenti siano stati scoperti qua e là
e che si abbia notizia unicamente di coloro colti sul fatto dalle operazioni, inevitabilmente
solo casuali, dei militi dell’Arma, autorizzano a presumere che il marcio sia
ben più esteso di quello che ci raccontano le cronache.
Ritornando, però, al caso del Comune di Boscotrecase
trovo sconcertante che il sindaco, Pietro Carotenuto, non abbia saputo dire
altro che “…rischiamo di dover chiudere il Comune !”, di fronte alle prove che
il 30% dei dipendenti comunali truffava
la istituzione che lui rappresenta.
Secondo Carotenuto i provvedimenti disciplinari e
giudiziali che interesseranno i 30 dipendenti malfattori, non solo renderanno
inattivi gli uffici anagrafe, stato civile, politiche sociali ed ambiente, ma
colpiranno anche il comandante della polizia municipale, il capo della
ragioneria ed il vice segretario comunale.
Mi piacerebbe domandare al signor Sindaco: possibile che né lui
né i suoi più stretti collaboratori si
siano accorti di ciò che avveniva sotto i loro occhi ?
Perché non sono intervenuti prima che i Carabinieri smascherassero
i manigoldi ?
Non solo, ma come hanno operato fino ad oggi quegli uffici,
dei quali il sindaco paventa la chiusura, se già erano falcidiati dal truffaldino
assenteismo di dipendenti in tutt’altre faccende affaccendati ?
La verità è che nel caso di Boscotrecase, così come in
tutte le vicende che sono fino ad oggi venute a galla i “furbetti del
cartellino” hanno potuto fare i comodacci loro, truffando le istituzioni, con
la connivenza di dirigenti e funzionari che avrebbero dovuto gestire i loro collaboratori
ed esigere il rispetto delle regole più elementari.
Per questo riterrei giusto che i primi a pagare fossero
proprio quei dirigenti e funzionari che
hanno preferito voltarsi da un’altra parte e fingere di non vedere i
comportamenti fraudolenti che avvenivano sotto i loro occhi.
Una connivenza senza giustificazione alcuna !
Ma il succedersi di questi eventi disonesti suggerisce
anche altre amare considerazioni.
Alla disonestà di questi dipendenti pubblici deve essere imputata
la scarsa qualità e la lungaggine dei servizi cui il cittadino è costretto a sottostare
?
O forse,i casi di malcostume che continuano ad emergere sono
ininfluenti sui servizi al cittadino per la ridondanza degli organici della
pubblica amministrazione, gonfiati a dismisura per colpa del clientelismo, della
invadenza dei partiti politici, del voto di scambio, della cecità sindacale, etc.
etc. ?
Oppure, invece, come hanno confessato alcuni “furbetti”
pizzicati a Foggia: “Noi siamo vittime di un sistema consolidato. Se non timbri
per i colleghi assenti, in ufficio ti emarginano fino a toglierti il saluto.” ?
Nessun commento:
Posta un commento