Ha detto e fatto di tutto per sostenere questa insensata riforma
costituzionale.
Ha messi alla frusta tutti i suoi galoppini perché si consacrassero
anima e corpo, in TV ed in convegni, per spacciare come oro il nulla assoluto
della riforma.
Ha spedite lettere manipolatorie agli italiani all’estero.
Ha oscurata la bandiera UE con le 28 stelle nel gretto tentativo
di abbindolare gli elettori leghisti.
Occupa da mesi gli schermi televisivi con un presenzialismo
senza uguali nella storia repubblicana, in spregio per la “par condicio”.
Oggi arriva a minacciare di intasare le caselle postali
degli italiani con depliant variopinti di tradizione berlusconiana.
Mi domando cosa si potrà ancora inventare l’imbonitore di
Rignano per turlupinare gli italiani in queste due settimane che mancano al
fatidico 4 dicembre.
È certo, però, che con il passare dei giorni e con l’approssimarsi
della prima domenica di dicembre si nota una caduta verticale del suo linguaggio
e del suo atteggiamento.
Insomma, mi sembra che, con la paura di andare a sbattere
il muso contro i risultati del referendum costituzionale, l’innominabile …
incominci a sbroccare.
Ad esempio, in queste ore è arrivato a denigrare coloro
che sostengono il “NO” alla riforma, definendoli una “accozzaglia”, solo perché
tra loro ci sono esponenti che appartengono a movimenti sia politici che della
società civile molto diversi.
Evidentemente ancora una volta l’innominabile dà prova di
non avere nessuna familiarità con quelli che sono i più elementari principi di
un sistema democratico.
In una democrazia, infatti, la carta costituzionale è un
valore condiviso che appartiene a tutti i cittadini, senza distinzione di credo
politico e religioso, di sesso e colore della pelle, di età e stato sociale.
Non solo, ma l’imbonitore di Rignano dimostra anche di
essere cieco come una talpa se non vede la “accozzaglia” che compone la combriccola
di coloro che sostengono la riforma.
Che ci fanno insieme, ad esempio, il PD e Verdini ?
Forse sarà una mia manchevolezza ma ammetto che non
riesco proprio a vedere quale sia la comunione logica e morale che metta
insieme, nel sostenere questa indegna riforma, postcomunisti e cattolici
massimalisti, piduisti e bancarottieri, massoni ed ex presidenti della
repubblica, industriali e corruttori, e via discorrendo.
A
meno che il filo comune non sia la appartenenza di tutti a quel establishment
che ha potuto installare l’innominabile sulla poltrona di Palazzo Chigi, senza passare
dal voto del popolo sovrano.
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