lunedì 28 novembre 2016

Un Erdogan casereccio

Nell’estate del 1799, quando nel porto di Palermo attraccò la flotta dell’impero Ottomano, di fronte alle brutalità ed agli stupri perpetrati dai marinai turchi il popolo palermitano insorse ed al grido di “Mamma li turchi” diede vita ad una vera caccia agli ottomani con tumulti violenti che si prolungarono per molte ore.
Trascorsi quasi tre secoli dovrebbero essere i popoli europei, oggi, a far proprio il grido “Mamma li turchi” contrastando la efferatezza con cui il Presidente turco, Recept Tayyip Erdoğan, sta calpestando la costituzione per riformarla e dar vita ad un sultanato.
E questo dopo avere già soppresso ogni diritto, dopo aver incarcerati magistrati, giornalisti, professori, generali, rappresentanti del popolo curdo, e dopo aver dichiarato il proposito di ripristinare la pena capitale.
L’Europa, invece, fino ad oggi ha preferito fingere di non vedere il sorgere di questa spietata dittatura in un paese così vicino, limitandosi a sospendere, ma non a cancellare, le trattative per l’ingresso della Turchia nell’UE.
Siccome, però, noi italiani non vogliamo farci mancare nulla, ecco che zitto zitto anche in Italia sta spuntando un “erdogan casereccio”, sciapo proprio come il pane toscano.
Anche il nostro “erdogan casereccio” ha deciso di calpestare la Carta Costituzionale, di mortificare le prerogative parlamentari, di sottrarre agli elettori il diritto di scegliersi i propri rappresentanti,  di proporre riforme a colpi di voti di fiducia, di vagheggiare una Camera di nominati, attribuendo i propri insuccessi ad un fantomatico male burocratico che lo assedierebbe.
Eppure, quando l’innominabile è diventato presidente del consiglio, senza essere stato neppure eletto dal voto degli italiani, ha prestato giuramento con questa formula, di fronte ad un compiacente Capo dello Stato ormai sul viale del tramonto:
“Giuro di essere fedele alla Repubblica,
di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi
e di esercitare le mie funzioni
nell’interesse esclusivo della Nazione”
Mi domando: ma nel momento in cui il nostro “erdogan casereccio” pronunciava questo giuramento sapeva che stava per commettere il reato di spergiuro, previsto dall’art. 371 del Codice Penale che, oltre alla pena detentiva, comporta la interdizione dai pubblici uffici ?
L’ultima prova dello spergiuro è la riforma Madia della PA che, deliberatamente, ha violata la Carta Costituzionale là dove sono statuite alcune fondamentali autonomie regionali, come ha sentenziato la Consulta nei giorni scorsi. 

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