Sono
convinto che, per rincuorare Renzi e lenirgli le amarezze della disfatta
referendaria, Enrico Letta non sia ricorso ad un vendicativo e spietato #Matteostaisereno.
Lo immagino perché,
per stile, lealtà e serietà, Enrico Letta surclassa innegabilmente Matteo Renzi.
Immagino, anche,
che 19.419.507 elettori con l’eclatante successo referendario del “NO” abbiano
voluto, in cuor loro, inviare a Renzi & Co. un #NonsistupralaCostituzione.
Un messaggio
che deve essere arrivato forte e chiaro al destinatario se è vero che dalle ore
23.00 di domenica 4 dicembre i tweet renziani, così fitti ed invasivi nei mille giorni di
governo, finalmente tacciono.
Personalmente
ho qualche dubbio che tutti gli oltre 19 milioni di italiani che hanno bocciata
la riforma Boschi, l’abbiano letta, e probabilmente bocciata solo per sentito
dire.
Forse,
almeno credo, molti elettori hanno invece voluto manifestare soprattutto la disapprovazione
per l’arrogante bullismo renziano che, con insolenza e cialtroneria, ha offesa
la Democrazia, ha calpestata la Costituzione, ha mortificato il Parlamento,
solo per imporre il suo disegno di deriva autoritaria.
Insolenza e
cialtroneria, peraltro, che hanno contrassegnata la stessa campagna
referendaria condotta da Renzi e dai suoi galoppini.
Da un lato,
infatti, abusando del suo ruolo di presidente del consiglio per settimane si è impadronito
con arroganza di radio, TV e carta stampata.
Dall’altro, ha
denigrati gli avversari, da lui definiti una “accozzaglia”, ed ha tentato di
turlupinare gli elettori con mistificazioni di ogni genere, ultima, ad esempio,
la inverosimile ed ingannevole scheda per la elezione dei nuovi senatori che ha
tirata fuori dal cilindro all’improvviso.
Per mille
giorni il suo narcisismo morboso lo ha spinto a perseguire soprattutto la affermazione
personale, da oggi però deve fare i conti con una indubbia e sonora sconfitta personale.
A tradire
Renzi, fino dai primi giorni dell’insediamento a Palazzo Chigi, è stata la delirante
presunzione di poter irretire gli italiani con il suo scilinguagnolo sciolto e
con la elargizione di mancette qua e là per il paese.
Ha dimostrato
di credere che l’italiano fosse un popolo di gonzi pronti ad abboccare ad ogni fandonia
venisse data loro da bere.
Ieri, con una affluenza
alle urne che ha superata ogni attesa, il popolo italiano ha dimostrato invece non
solo di essere vigile e pronto ad intervenire, ma soprattutto di non gradire che
arroganti ed imbonitori si impossessino delle istituzioni repubblicane, una
indicazione della quale il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, non potrà non tenere
conto già dalle prossime ore.
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