domenica 21 ottobre 2012

Ancora eccessi d’imbecillità delle tifoserie.


I quotidiani di oggi, non solo quelli sportivi, riferiscono di alcuni episodi, di autentica demenza, messi in atto da frange delle tifoserie calcistiche di Verona e Napoli.
Allo Stadio Armando Picchi di Livorno, durante l’intervallo della partita Livorno – Verona, una squadraccia di deliranti veronesi ha intonato cori ingiuriosi nei confronti di Piermario Morosini, il venticinquenne calciatore del Livorno morto tragicamente un anno fa, a Pescara, durante l’incontro Pescara – Livorno.
Non ancora soddisfatti di aver data prova della loro odiosa imbecillità, offendendo una persona morta, gli stessi idioti hanno voluto darne conferma concludendo i cori con il saluto romano e slogan fascisti.
Le riprese delle telecamere di sorveglianza, sono state acquisite dalla Digos che procederà all’identificazione di questi inqualificabili individui, sperando che, una volta identificati e rinviati a giudizio, non incontrino il solito magistrato accondiscendente che sentenzi “… ma si è trattato solo di una ragazzata”.
Poche ore dopo, a Torino, allo Juventus Stadium era in programma l’incontro Juventus – Napoli.
Ebbene, a conferma che la madre degli imbecilli è sempre incinta, nel settore dello stadio, riservato ai tifosi napoletani, un’altra banda di imbecilli ha pensato bene di divellere i seggiolini delle gradinate e di devastare, arrecando notevoli danni, i servizi igienici installati nel settore. 
Non so chi pagherà i danni, e sinceramente la cosa non mi interessa.
So di certo, però, che nei prossimi giorni l’insulsa “giustizia sportiva” se la caverà comminando multe, di qualche migliaia di euro, alle società calcistiche del Verona e del Napoli.
Poiché, però, da sempre ed ogni anno, in occasione di partite di calcio, fuori e dentro gli stadi, si ripetono troppi intollerabili episodi, sarebbe giunto il momento che il Ministro degli Interni sentisse il dovere di intervenire, finalmente, in modo intransigente, senza aspettare che “ci caschi il morto”.
Evidentemente, non è sufficiente presidiare gli stadi, a spese dei contribuenti, con migliaia di addetti delle forze dell’ordine.
Evidentemente, è inutile sperare che siano le autorità calcistiche ed i dirigenti delle società, troppo incapaci, faziosi e compromessi per affrontare e risolvere il problema.
Né, d’altra parte, sarebbe logico penalizzare il tifoso perbene, negandogli la soddisfazione di assistere allo spettacolo calcistico, ricorrendo all’espediente delle “partite a porte chiuse”.
Sarebbe più logico, invece, penalizzare solo quelle tifoserie, note a tutti per le infiltrazioni di masnade di violenti, vietando solo a loro di seguire le trasferte della loro squadra.
Probabilmente, sentendosi ingiustamente penalizzati i tifosi corretti potrebbero trovare il coraggio di emarginare e denunziare le frange turbolenti.

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