lunedì 25 marzo 2013

Un politico omuncolo … o solo un omuncolo ?


Secondo la vox populi, coloro con i quali la natura è stata più prodiga, facendoli crescere grandi e grossi, nella loro vita rivelerebbero, di solito, un carattere bonario e generoso.
Non credo alle generalizzazioni, però devo riconoscere di aver notato in soggetti, con queste peculiarità, l’attitudine ad amare la vita, a dimostrare attenzione per il prossimo, a fare fronte con serenità anche agli eventi meno gradevoli.
La stessa vox populi, per contro, pensa che coloro che sono stati bistrattati da madre natura, sarebbero portati a prendersela con tutto e tutti dimostrandosi astiosi, lunatici, intrattabili, vendicativi.
Per mia fortuna, soggetti di questo tipo non ne ho incontrati nel corso della vita.
C’è però un personaggio pubblico, un politico, che, osservato con attenzione, sembrerebbe avvalorare questa credenza popolare.
Il tipo, in questione, in realtà ha fatto della trivialità e dell’insulto il suo unico modo per comunicare ciò che rimugina.
Dalla tribuna di un convegno, ad esempio, ha definiti “elite di merda” gli avversari politici, augurando loro di “andare a morire ammazzati”.
Ora, quando il confronto delle idee riesce a produrre solo questo modo d'esprimersi non può che confermare la piccolezza dell’individuo e la sua miseria intellettuale.
Questo omuncolo, però, non si infuria solo contro gli avversari politici, ma vive sfogando su tutti la sua ossessione di rivincita.
Ad esempio, destinatari delle villanie sono stati gli agenti delle forze dell’ordine, definiti “panzoni”, mentre è capitato, ai dipendenti del dicastero del quale, con decisione insana, era stato nominato ministro, di essere bollati come “fannulloni”.
Ma la sua villania non ha risparmiati neppure i precari ai quali si è rivolto dicendo “voi siete l’Italia peggiore”.
Nell’offendere i precari mi sembra che questo coso abbia toccato il fondo del cinismo e dell’imbecillità.  
Il fatto poi che, in nessun caso, abbia sentito il dovere, almeno, di chiedere scusa dimostra che alla sua astiosità si unisce un’ottusità sconfinata.
Ma, confermando di essere irrecuperabile l’individuo, nei giorni scorsi, ha voluto mettere una ciliegina sulla torta.
Un commesso del Parlamento, colpevole di non essere scattato sull’attenti, battendo i tacchi, al suo passaggio, è stato deferito per lesa maestà al Segretario Generale della Camera.
Com’era logico il deferimento è stato accolto tra lo stupore generale e il sarcasmo di tutti.
Vuoi vedere che, alla fine sarò costretto a riconoscere che la vox populi aveva ragione ? 

Nessun commento: