mercoledì 13 novembre 2013

Coalizioni … un maledetto imbroglio

Nel leggere le proposte, che politicanti e politologi si affannano a formulare, per una nuova legge elettorale, sono stato colto dal dubbio di aver smarrita, con il passare degli anni, la conoscenza semantica della lingua italiana.
Per questo ho cercato conforto nelle pagine amiche del dizionario Le Monnier dove, alla voce “coalizione”, ho incontrata questa definizione: “Unione, per lo più temporanea, tra gruppi, partiti o stati per il conseguimento di obiettivi comuni”.
Mentre ho potuto tirare un sospiro di sollievo, rassicurato che la conoscenza della mia lingua madre non fosse svanita del tutto, mi sono chiesto, però, come mai tutte le proposte di legge elettorale abbiano in comune il riferimento alle “coalizioni”.
Il dubbio nasce dalla constatazione che tutte le coalizioni, presentatesi alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio scorso, abbiano registrato il fallimento generale del loro presunto “conseguimento di obiettivi comuni”.
Ad esempio, la coalizione di centro-destra aveva visti aggregati il PdL (con il 21,56% dei voti), la Lega Nord (con il 4,08%) e Fratelli d’Italia (con l’1,95%), oltre a 6 altre formazioni, ognuna delle quali si era fermata a meno dell’1% di voti.
Che gli improbabili “obiettivi comuni”, della coalizione di centro-destra, fossero una patacca per turlupinare gli elettori lo si è capito non appena il PdL ha deciso di far parte del cosiddetto “governo delle larghe intese”, mentre i conviventi della coalizione, Lega Nord e Fratelli d’Italia, si sono schierati all’opposizione.
A conferma dell’imbroglio, infatti, i 9.923.109 elettori che avevano votato, alla Camera, confidando in una solida coalizione di centro-destra, hanno visto che i loro voti, nella misura di 7.332.667 voti, quelli del PdL, sono serviti ai berlusconiani per entrare nel governo, mentre gli altri 2.056.191 si sono accomodati sui banchi dell’opposizione.    
I 534.251 voti, sparpagliati tra le altre 6 formazioni, sono serviti invece solo per fare un po’ di fumo.
Non è andata meglio per la arlecchinata imbastita dalla coalizione di centro-sinistra che aveva visti insieme il PD (con il 25,42% di voti) e Sinistra Ecologia Libertà (con il 3,20%) oltre a due formazioni che hanno ottenuto meno dell’1% di voti.
Anche per il centro-sinistra la bufala degli immaginari “obiettivi comuni” si è volatilizzata subito dopo le elezioni.
Infatti, il PD, con i suoi 8.644.187 voti, ha scelto l’amplesso contro natura con il PdL, partecipando al governo delle larghe intese, mentre 1.089.442 di voti, ottenuti da Sinistra Ecologia Libertà, sono andati ad infoltire le file dell’opposizione.
Altrettanto disastroso l’esito della coalizione di centro, tra Scelta Civica ed Unione di Centro che hanno divorziato ancor prima di arrivare al talamo nuziale.
Perché, allora, politicanti e politologi perseverano, ancora oggi, nell’intestardirsi a proporre leggi elettorali incentrate su supposte coalizioni, quando i fatti hanno confermato che si è trattato solo di grossolane truffe ai danni degli elettori ?
La verità è che, senza il pretesto delle coalizioni, sarebbe arduo giustificare quell’indecente premio di maggioranza che si vuole assegnare alla coalizione che risulti vincente.
Come comprovato, peraltro, il premio di maggioranza non serve affatto ad assicurare “governabilità” al Paese, un'altra favola propinata agli italiani.
Non solo, ma è  grazie all’artificio delle coalizioni  se  molti politicanti possono occupare, oggi, i loro redditizi scranni in Parlamento anche se i loro partiti non hanno superata la “soglia di sbarramento del 4%” prevista dalla attuale legge elettorale.
Infatti, senza la scappatoia truffaldina delle coalizioni, il 24 e 25 febbraio scorso sarebbero rimasti a casa, fuori dal Parlamento, i rappresentanti di Fratelli d’Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Unione di Centro.
E c’è qualcuno così ingenuo da non riuscire a comprendere come mai siano così numerosi i politicanti che si incaponiscano per mantenere in vita le coalizioni ?

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