lunedì 11 novembre 2013

“Il trappolone” … le fandonie in TV

Il palcoscenico: RAI 2, studi televisivi del programma “Virus”
Personaggi ed interpreti
Il conduttore: nelle vesti di manipolatore un sedicente giornalista, Nicola Porro, affiliato alla gang degli arcoresi capeggiata da Alessandro Sallusti che è dilettato dall’affettuosa amicizia di Daniela Santanchè.
L’ospite: un berlusconiano della prima ora, Marcello Dell’Utri, ex dirigente Fininvest, cofondatore di Forza Italia, parlamentare dal 1996 al 2013, ma soprattutto già condannato, in appello, a 7 anni di reclusione per “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Il canovaccio: puntare su una fantomatica domanda di grazia per infinocchiare i telespettatori ed indurli a credere che Silvio Berlusconi sia solo la povera vittima di angherie, mentre Giorgio Napolitano, invece, sia il bieco maneggione che vuole disarcionare il cavaliere di Arcore.
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Intervistato da Porro, Dell’Utri conferma, con convinzione, che i figli di Berlusconi non solo abbiano firmata la domanda di grazia, ma l’abbiano anche fatta pervenire al Quirinale.
A questo punto Porro lo incalza: “le risulta che è arrivata al Quirinale e che si è persa in qualche ufficio ?”.
Dell’Utri non ha dubbi. Si lascia andare ad una affermazione molto grave, che suona oltraggiosa per il Capo dello Stato giacché sottintende che Giorgio Napolitano, venendo meno ai suoi doveri istituzionali, avrebbe deciso di ignorare la domanda di grazia perché, secondo Dell’Utri appunto: “evidentemente non gliela vogliono dare. Vogliono che Berlusconi si arrenda … si deve arrendere”.
Caspita ! Parole pesanti come macigni !
Sennonché, immediate arrivano le smentite sia da parte dell’avvocato Ghedini, che parla di notizia assolutamente infondata, sia da parte del Quirinale che conferma non essere mai pervenuta la domanda di grazia.
Intanto, però, il gioco è fatto e la gang degli arcoresi è riuscita, ancora una volta, a divulgare notizie false e tendenziose.
Di fatto, tra i telespettatori, che hanno assistito al programma “Virus”, sicuramente ci saranno stati anche molti grulli che hanno abboccato alle falsità imbandite da quel gaglioffo di Nicola Porro.
A fare la figura, però, da scemo del villaggio televisivo è stato Marcello Dell’Utri che, poche ore dopo, non solo si è detto vittima di un trappolone tesogli da Porro, ma ha anche dichiarato: “io, della grazia di Berlusconi non so un tubo!”.
È lecito domandarsi, allora: come mai Dell’Utri si è permesso di sostenere che la domanda di grazia, “firmata dai cinque figli compatti” di Berlusconi, fosse pervenuta al Quirinale, alludendo così che giacesse ignorata in qualche cassetto ?
E, per quale scopo Dell’Utri ha voluto insinuare che Giorgio Napolitano si prefigga la resa di Berlusconi, e per questo rifiuterebbe di prendere in esame la concessione della grazia?
Purtroppo, ancora una volta, la solita faziosa disinformazione è riuscita a propagare le sue tossine attraverso il mezzo televisivo.
Particolarmente preoccupante, in questo caso, che il programma fosse diffuso da RAI 2, cioè una rete di quel servizio pubblico che dovrebbe garantire equilibrio ed affidabilità nell’informazione.

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