martedì 3 dicembre 2013

Brunetta, tra livore e furberie

Che le capacità intellettive ed il buon senso di Renato Brunetta siano inversamente proporzionali al livore che sprizza ogni volta che apre bocca, è un dato di fatto innegabile.
Un livore che contrassegna il suo ghigno anche quando si sforza di sorridere o di apparire bonario.
Erano trascorse poche ore dopo che il Senato aveva finalmente espulso il pregiudicato Berlusconi, e già Renato Brunetta, con il suo procedere da puffo ballonzolante, tallonato da Romani e da un manipolo di forzisti, ha messo in scena l’assalto al Quirinale per chiedere al Capo dello Stato le dimissioni del governo Letta.
Come spiegare questo precipitarsi al Quirinale, se non con il rancore di Brunetta & Co per l’espulsione del loro padre padrone e per la frustrazione di non poter far cadere il governo neppure dopo aver ritirate dalla maggioranza le residue truppe forziste ?
L’odiato nemico di Brunetta, Romani, Santanchè, e figuranti vari, però, non è tanto Enrico Letta quanto, piuttosto, Angelino Alfano che, con il gran rifiuto di farsi intrappolare in Forza Italia, ha preferito schierarsi per la continuità del governo.
Non so se Alfano, in cuor suo, abbia fatta questa scelta pensando al bene del Paese, è certo, però, che, a Brunetta & Co, del Paese e degli italiani nun gliene frega gnente !
A lui, ora che è rimasto orfano del suo datore di lavoro, interessa solo potersi vendicare del mondo intero.
E così, con la sua mente contorta Brunetta sta escogitando un subdolo trucco per intralciare l’azione del governo.
Resosi conto che Forza Italia, schierata all’opposizione, non ha alcuna chance di mandare a casa Letta ed suo il governo, il diabolico Brunetta ha deciso di ricorrere ad una sorta di boicottaggio occulto.
Ecco perché i sottosegretari, che hanno aderito a Forza Italia, non hanno rimesse le loro deleghe nelle mani del Presidente del Consiglio e, pur militando in un partito che è all’opposizione, non mollano le loro poltrone nel governo.
Il duplice obiettivo del furbetto Brunetta è, da un lato, riuscire a sabotare, dall’interno, le iniziative del governo e, dall’altro, poter conoscere in anticipo le azioni che il governo ha allo studio, in modo da riferirne a Berlusconi, ormai extraparlamentare, e preparare le contromosse.
Assurdo, ma è la prima volta, nella storia della Repubblica Italiana, che membri dell’opposizione ricoprano incarichi di governo !
A rendere ancora più paradossale la situazione, però, sono i comportamenti dei sottosegretari, “clandestini” nel governo, che avrebbero rassegnate le dimissioni non nelle mani del Premier ma in quelle di Berlusconi, cioè di colui che ormai non è più nemmeno capo dell’opposizione.
Analfabeti delle norme istituzionali o soltanto cialtroni ?


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