Da bambino mi hanno educato ad essere tollerante, a
rispettare il prossimo anche se diverso da me per colore della pelle, religione,
modo di vivere e ideali.
Da allora, ahimè, sono trascorsi purtroppo molti decenni
ed ho sempre cercato, nei limiti delle mie debolezze umane, di mantenermi
fedele a quel principio.
Oggi, però, confesso di non essere più così convinto che quell’insegnamento fosse giusto o, quantomeno,
attuabile universalmente ed in ogni situazione.
Se potessi tornare indietro, infatti, obietterei ai miei
educatori che va bene essere tolleranti e rispettosi nei confronti di tutti a patto,
però, che tolleranza e rispetto siano ricambiati, altrimenti... altrimenti io
non ci sto !
Per quanto agnostico ed avverso ad ogni forma di discriminazione
confesso che mi infastidisce chiunque pretenda di impormi la sua concezione
della vita e cerchi di usare violenza al mio modo di essere ed alla mia cultura.
Ad esempio, se gli inqualificabili e brutali atti con cui,
nella notte di capodanno, sono state molestate e violentate centinaia di donne a
Colonia, Amburgo, Zurigo, Salisburgo, Helsinki, fossero attribuibili, come sembra,
ad immigrati islamici, avremmo conferma del disprezzo che questi individui spregevoli
hanno per la cultura e le realtà dei Paesi che li ospitano.
Di fronte a questi fatti credo che non solo sia impossibile
accogliere la farisaica dottrina dell’offrire l’altra guancia, ma soprattutto che
sia inammissibile ogni sorta di buonismo o di scusante antropologica.
D’altra parte è ignominioso ed assurdo che nei paesi da
cui provengono questi individui la donna sia trattata come un essere inferiore,
privata dei diritti più elementari a cominciare da quello allo studio, e
predestinata fin dalla nascita a soggiacere ad ogni forma di potere maschile.
Domando: è mai possibile che i buonisti, perfino quelli
meno ottusi, non si rendano conto di quanto sia devastante lasciare che una concezione
così barbarica della donna possa essere importata e praticata nei nostri paesi da
individui ai quali concediamo non solo asilo ma anche diritti ?
Con ciò non voglio dire che si debba rifiutare l’accoglienza
di coloro che fuggono da contingenze di fame e di guerra ma, più semplicemente,
che sarebbe opportuno concedere asilo solo a chi, con i fatti e non solo a
parole, dia prova di rispettare il nostro modo di vivere, la nostra cultura, le
nostre leggi.
Perché, ad esempio, non iniziamo con impedire che iman
radicalizzati, ospiti delle nostre città, predichino disprezzo ed odio per la
nostra civiltà e per la nostra cultura ?
Perché non imponiamo, agli immigrati, il rispetto, senza
se e senza ma, delle nostre leggi che non possono essere assolutamente calpestate
neppure in nome del Corano ?
Perché non impediamo che nelle nostre strade e nei luoghi
pubblici si faccia uso del burka, dietro il quale potrebbe anche nascondersi un
barbuto kamikaze ?
Ma soprattutto perché non adottiamo una politica
selettiva di accoglienza che, ad esempio, conceda asilo solo a nuclei
familiari realmente in fuga da territori devastati da guerre e da condizioni
invivibili ?
D’altro canto come non rimanere interdetti e preoccupati
quando il nostro Ministero dell’interno tentenna nel disporre l’espulsione immediata
delle centinaia di eritrei che da giorni sono sbarcati a Lampedusa e rifiutano
di farsi prendere le impronte digitali ?
Se
anche di fronte a fatti così clamorosi il nostro Paese si dimostra indeciso ed incapace
di ottenere il rispetto delle leggi da parte degli immigrati, … beh … allora io
non ci sto !
Nessun commento:
Posta un commento