Questa mattina, ricevo da un noto istituto demoscopico una
mail con l’invito a partecipare ad un sondaggio su “Politica e Società”.
Poiché, un po’ per natura ed un po’ per deformazione
professionale, sono curioso come una scimmia inizio a rispondere al
questionario.
Le domande vertono su giudizi a quattro partiti ed ai
loro leader: PD, Lega, M5S e Forza Italia.
Nulla di particolarmente originale.
Inizio comunque di buona lena ed una dopo l’altra
rispondo alle domande esprimendo il mio punto di vista.
Tutto fila liscio fino a quando arrivo alla parte del
questionario relativa ai leader per ognuno dei quali si chiede:
1.
Indichi quali sono le qualità politiche ed
umane che più apprezza in ….. (max 3 risposte)
2.
Indichi quali sono le negatività politiche
e comportamentali che disapprova maggiormente in ….. (max 3 risposte)
Per quanto mi scervelli proprio non riesco a rispondere
alla prima delle due domande, sarà forse per la mia incapacità di cogliere almeno
una qualità meritevole, politica ed umana, in Renzi, Berlusconi, Salvini e
Grillo, per cui il limite delle 3 risposte risulta addirittura eccessivo.
Subito mi rendo conto, invece, che è ben più difficile,
se non impossibile, almeno per me, contenere in solo tre risposte le negatività
di Berlusconi, Salvini, Grillo e Renzi.
Tento comunque di indicare tre negatività per Berlusconi,
Salvini, Grillo e ci riesco anche perché, almeno per il momento, sono figure di secondo
piano e non invasive del panorama politico italiano.
Ho molta difficoltà,
invece, a limitare a sole tre negatività il mio personalissimo giudizio
su Matteo Renzi che, da mesi, sta scombussolando il mio quotidiano di comune
cittadino.
Sul piano comportamentale, ad esempio, come posso non rispondere
che Renzi sia un egocentrico vanesio e senza scrupoli, anche disposto a passare
sul cadavere di un amico pur di raggiungere il suo obiettivo (NdR: Enrico Letta docet !) ?
Oppure che, infatuato da una ambizione sfrenata e da un individualismo
smisurato, strumentalizza i galoppini che lo attorniano e radia chiunque non
sottosta ai suoi voleri (NdR: come segretario sta disgregando il
PD con il suo congenito rifiuto al confronto su tutto e con chicchessia, mentre
come premier ha già fatti fuori uno dopo l’altro i commissari alla “spending review”, Bondi, Cottarelli e
Perotti, che hanno osato metterlo di fronte ai veri tagli che si dovrebbero
fare per ridurre la spesa pubblica).
Non ho dubbi neppure sul fatto che Renzi, da impareggiabile
affabulatore, cucini la realtà con gli intingoli che a lui sembrano, di volta
in volta, i più vantaggiosi (NdR: ad esempio, giustificò i suoi abboccamenti con
Berlusconi perché “le riforme si devono fare insieme, con una ampia
maggioranza”, per vantarsi mesi dopo che “noi i numeri li abbiamo”, così come dissotterra
ora il ponte sullo stretto di Messina dopo che, nel 2012 aveva affermato “Il
ponte sullo Stretto è una brutta pagina da chiudere”).
Da quando si è arrampicato sulla poltrona di Palazzo
Chigi è raggiante e felice come un bambino nel paese dei balocchi.
Sembra vivere il premierato come una continua ricreazione
che gli ha consentito perfino di mollare tutto e precipitarsi a New York per la
finale degli US Open di tennis, o di buttar via i milioni dei contribuenti in
un giocattolo, un aereo più grande di quelli di altri premier.
Ostenta un sorriso arrogante e strafottente, da bulletto,
anche se davanti a lui ci sono sette milioni di disoccupati, sei milioni di
poveri, milioni di pensionati che campano con poche centinaia di euro, un
numero ancora indefinito di esodati, migliaia di imprese che chiudono, disastri
naturali, immigrazione fuori controllo, etc.
Si sollazza sparando, da mattino sera, assurdi tweet farciti
di panzane, esorcismi anti-gufi ed... inglesorum.
In occasione della Leopolda 2010, si era impegnato a fare
dell’Italia “il paese dei promettenti e non dei conoscenti”, salvo poi smentirsi quando per salvare Luigi e Maria
Elena Boschi, suoi “conoscenti” di
contrada, ha messo mano al decreto Banca Etruria.
La sensazione è che le spara così grosse che sia lui il
primo a non crederci (NdR: come quando si propone di ingaggiare
una sfida con la Germania per fare dell’Italia il primo paese industriale della
UE, o quando alle critiche di Juncker risponde con un tronfio “non ci faremo
intimidire”).
È soprattutto sul piano politico, però, che Renzi mostra indiscutibili
segni di immaturità e di inadeguatezza.
La sua è una politica dal fiato corto che mira a
perseguire più il successo personale nel breve che non la soluzione dei
problemi strutturali e vitali per il Paese e per i suoi cittadini.
Da mestierante della politica è abile nel piccolo
cabotaggio distribuendo le sue mance, qua e là, per acquisire voti con la
logica del “do ut des”.
Anche nella lotta al malaffare dilagante ed al malcostume, della casta e non, Renzi dimostra di essere così incerto ed a disagio che, per
non contrariare chi prima o poi potrebbe essergli utile, si volta dall’altra parte
e fa finta di non vedere (NdR: è stato capace di accogliere nella compagine di
governo e di nominare sottosegretari quattro personaggi indagati dalla
Giustizia, mentre oggi gongola perché può contare sul sostegno di Denis Verdini,
già imputato nei processi per la P3, per la bancarotta del Credito cooperativo
fiorentino, per la plusvalenza nella vendita di un appartamento romano).
Bene ! Mi sembra che il questionario sia completo, non mi
resta che inviarlo con un click.
Sullo schermo, però, appare il messaggio “Superato il
numero di risposte consentite !”.
Porca miseria ! Ed ora cosa taglio ?
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