domenica 18 marzo 2018

Rottamato il rottamatore … e ora ?


Anche se al Nazareno fanno finta di non ammetterlo, la realtà è che dalle urne, il 4 marzo, sono usciti spietatamente sconfitti Matteo Renzi ed il renzismo.
È vero, come si ostinano a ribadire al Nazareno, che sulla scheda elettorale c’era il simbolo del PD e non la foto tessera di Renzi ma come non riconoscere che, nel quinquennio appena trascorso, per colpa del segretario il partito avesse persa, giorno dopo giorno, la sua identità politica generando inquietudini, contrasti e scissioni?
A questo punto il vero problema per il PD potrebbe essere la sua incapacità di procedere ad una spregiudicata, anche se obiettiva, analisi del perché, ad esempio, il partito abbia attesa con indolenza la disfatta, d'altra parte prevedibile, senza provare almeno una controffensiva.
Sarebbe imperdonabile, cioè, se con assurda ottusità il PD non riconoscesse di essere stato ostaggio per cinque anni, e per sua sventura lo è ancora, della insipienza politica di Renzi.
Un Renzi autoreferente che non ha esitato a crearsi, con destrezza, una corte  di fantaccini insediandoli sugli scranni che contano, anche all’interno del partito.
È la prima volta, per esempio, che dopo un tracollo elettorale la segreteria di un partito non rassegni compatta le dimissioni.
Nel PD, invece, solo Renzi si è dimesso da segretario mentre gli altri membri della segreteria, tutti di provata e cieca fede renziana, sono rimasti al loro posto a cominciare da Maurizio Martina già vice-segretario ed ora reggente.
Così, nei giorni scorsi quando in occasione del convegno organizzato da Sinistra Dem, Gianni Cuperlo ed Andrea Orlando hanno manifestate le prime critiche alla gestione autoritaria e clientelare del partito, immediate si sono levate le reazioni, altezzose e schizofreniche, dei fantaccini renziani.
Forse un primo spiraglio per uscire dall’angosciante vicolo cieco in cui si è cacciato il partito potrebbe essere la proposta di coinvolgere con referendum i militanti sulle scelte che il PD dovrà assumere a breve.
L’idea sembrerebbe ottenere già il favore di molti dirigenti, sia centrali che periferici, anche se non sarà facile superare la prevedibile contrarietà di coloro che sono ostinatamente consacrati alla ortodossia renziana dell’uomo solo al comando.
Intanto, i sondaggisti rilevano che dal 4 al 16 marzo i consensi del PD sarebbero regrediti ulteriormente.
Good luck !

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