sabato 10 agosto 2013

Frecce multicolori ma servizio incolore

Sono trascorsi alcuni decenni da quando ero salito su un treno l’ultima volta.
Non ne potevo più degli interminabili e cronici ritardi, delle coincidenze che prendevano in giro i passeggeri non curandosi dei ritardi dei loro treni.
Mi ricordo che, a quei tempi, gli orari delle Ferrovie dello Stato, differenziavano i treni in accelerati, diretti, direttissimi, rapidi, con o senza supplemento e prenotazione del posto.
Da quel lontanissimo giorno per i miei spostamenti, in Italia, ho sempre preferito automobili, aerei e, qualche volta perfino navi con auto al seguito.
I miei ricordi, di quei viaggi in treno, sono così remoti che solo a citarli faccio sorridere mia figlia che impietosamente mi etichetta come un matusa.
Ieri, però, per uno di quei casi della vita che devi affrontare anche malvolentieri, ho dovuto usare il treno per uno spostamento che speravo non solo breve ma che mi facesse ricredere sulla qualità del servizio ferroviario.
Aspettative alimentate anche dal fatto che gli orari ferroviari di oggi, divulgati da a me non familiare Trenitalia, non parla più né di accelerati né di diretti.
Oggi, infatti, vai nel sito di Trenitalia e scopri che sui binari della rete ferroviaria, da nord a sud, da est ad ovest, corrono solo più delle frecce.
Si tratta di frecce anche colorate, infatti ci sono le frecce bianche, ma anche quelle argento e quelle rosse.
Che meraviglia, ho pensato, altro che quei treni lumaconi e ritardatari della mia gioventù, con tutte queste frecce colorate si arriva a destinazione in un battibaleno.
Ho immaginato: finalmente anche il nostro Paese si è messo al passo con i servizi ferroviari svizzeri, francesi, spagnoli, tedeschi, solo per citare quelli più vicini e di cui mi sono servito negli anni.
Così, con in tasca il mio bel biglietto e due coincidenze da affrontare, arrivo alla stazione di partenza.
Le delusioni sono iniziate subito.
Innanzitutto non è vero che esistano solo frecce colorate, perché sui binari camminano anche treni regionali con carrozze che ricordano le tradotte militari dell’ultima guerra.
Qualche patema, tra l'altro, a noi viaggiatori di quella tradotta l’ha creato la capotreno che, ad ogni fermata, dopo essere scesa ed aver controllato un qualcosa nei pressi delle ruote, dava al macchinista l’OK per proseguire.
Ora, io sarò anche sfigato, però tutti e tre i treni hanno registrati ritardi significativi che hanno allungato a 5 ore e 15 minuti un viaggio che avrebbe dovuto durare 3 ore e 19 minuti.
Riconosco, però, che, rispetto ai miei lontani ricordi, almeno un miglioramento del servizio l’ho riscontrato.
Infatti oggi, quando l’altoparlante comunica l’entità dei ritardi, la stessa voce chiede scusa  ai passeggeri per il disagio provocato.
Da questo viaggio, alla fine, ho portato con me un dubbio irrisolto: com’è possibile che con la dovizia di mezzi di comunicazione oggi disponibili, un ritardo di 5 minuti, annunciato proprio nello stesso momento in cui il treno avrebbe dovuto arrivare in stazione, si sia progressivamente dilatato, in meno di un quarto d’ora, dapprima in 10 minuti, poi in venti, infine in quaranta minuti? Dove si trovava il treno quando era stato comunicato il primo ritardo di 5 minuti ? 
Comunque, dopo questa nuova esperienza, tornerò ad usare, per i miei spostamenti, auto, aerei ed anche il … monopattino, piuttosto che valermi ancora dei servizi di Trenitalia !

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