giovedì 15 agosto 2013

“Mi contenterei ché l’umanità si fermasse ai mezz’uomini”

Nel romanzo “Il giorno della civetta”, Leonardo Sciascia fa dire da uno dei protagonisti, don Mariano: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo, ed i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini, i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini…”.
Con le parole messe in bocca a don Mariano, Sciascia sembra riconoscere negli “uomini” l’essenza eccelsa della dignità e della nobiltà d’animo.
Al decrescere di dignità e nobiltà d’animo gli esseri degenererebbero nelle categorie inferiori dell’umanità, fino a ritrovarsi spregevoli quaquaraquà che “dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quelle delle anatre”.
Non so se Giorgio Napolitano abbia mai letto “Il giorno della civetta”, né saprò mai se gli sia tornata alla mente questa classifica dell’umanità mentre redigeva la nota sul “affaire agibilità politica”, diffusa martedì sera.
Di certo, a me le parole di don Mariano sono riecheggiate leggendo e rileggendo in particolare un rigo di quella nota.
Mi riferisco al passo in cui il Capo dello Stato cita: “turbamento e preoccupazione per la condanna a una pena detentiva di una personalità che ha guidato il governo (fatto peraltro già accaduto in un non lontano passato)”.
È stato l’enigmatico riferimento contenuto in quelle nove parole, tra parentesi, ad intrigarmi sul loro recondito significato.
Eppure, se Napolitano, sempre equilibrato e prudente, aveva ritenuto di doverle scrivere, mettendole in evidenza tra due parentesi, voleva dire che, nelle sue intenzioni, c’era il chiaro proposito di richiamare l’attenzione sul loro valore.
Ma a quale ex presidente del consiglio, condannato a pena detentiva, “in un non lontano passato”, il Capo dello Stato ha inteso riferirsi?
All'unanimità, commentatori ed editorialisti hanno individuato in Arnaldo Forlani l’uomo politico che Napolitano avrebbe voluto ricordare.
È indubbio, infatti, che Forlani sia stato, nella Prima Repubblica, uno dei più autorevoli e potenti protagonisti della scena politica italiana.
Deputato per nove legislature, per due mandati Segretario della Democrazia Cristiana, Ministro della Difesa, prima, e degli Esteri, poi, Presidente del Consiglio, è stato anche candidato della DC alla Presidenza della Repubblica.
Durante il periodo di “mani pulite”, però, Arnaldo Forlani fu accusato di finanziamento illecito nel Processo Enimont.
A conclusione dei tre gradi di giudizio, l’ex Presidente del Consiglio e Segretario in carica della DC fu condannato, con sentenza definitiva, a due anni e quattro mesi di reclusione, pena commutata poi in affidamento ai servizi sociali presso la Caritas di Roma.
Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, e pur essendo Segretario di un partito, la DC, che alle elezioni politiche, nel 1992, aveva ottenuti 11.640.265 voti (di fronte ai quali impallidiscono i sette milioni e mezzo di voti del PdL !), Forlani non si è mai appigliato alla sua condizione di leader della maggiore formazione politica italiana, neppure per sollecitare un provvedimento di clemenza da parte dell’allora Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, peraltro suo compagno di partito.
Forlani ha accettata, con rispetto e correttezza, la sentenza della Corte di Cassazione, e si è assoggettato all’affidamento ai servizi sociali, con dignità e nobiltà, entrando così di diritto tra quelli che Sciascia identificava come “uomini”.
Forse, ma potrei sbagliarmi, credo che, con quelle scarne nove parole tra parentesi, Giorgio Napolitano abbia voluto riconoscere tacitamente, a Forlani, un tardivo apprezzamento per la dignità e la nobiltà  con cui aveva accettato il verdetto della Magistratura.
È troppo fantasioso pensare che Napolitano abbia voluto anche rivolgere ad un altro più recente ex Presidente del Consiglio il velato invito a prendere esempio da Forlani ?

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