martedì 4 febbraio 2014

Capo banda, clown e saltimbanchi

In ogni circo, itinerante o stabile che sia, è facile riconoscere il “capo banda”, con cappello a cilindro e mazza, il “clown”, con il suo modo sconclusionato di parlare e gesticolare, i “saltimbanchi”, pronti a zompare qua e là a comando.
L’origine del circo, almeno nella sua versione moderna, si vorrebbe farla risalire a metà del 1700, ed è un modello al quale si possono assimilare gli assetti di  bande criminali e  movimenti totalitari.
Ad esempio, se rileggiamo la storia italiana degli anni ’30 ci rendiamo conto che il nostro Paese, per venti anni, è stato dominato dal “circo fascista”.
Benito Mussolini, il “capo banda”, Alessandro Pavolini, il “clown” propagatore della sconclusionata cultura popolare, i figli della lupa, i balilla e gli avanguardisti, i “saltimbanchi”.
In anni più recenti,  l’Italia è stato teatro di un’altra inquietante presenza, quella del “circo berlusconiano”.
Un circo “ad personam”, in cui il clown Sandro Bondi e le centinaia di “saltimbanchi”, i deputati ed i senatori, hanno vissuto e continuano a vivere al servizio degli interessi privati del “capo banda” Silvio Berlusconi.
Il “circo fascista” ed il “circo berlusconiano”, pur avendo causati mali irrimediabili, degradando tra l’altro la cultura e la vita civile del Paese, rivelano, tuttavia, molti aspetti grotteschi e ridicoli.
Siccome, però, al peggio non c’è mai fine, un crudele destino ci costringe, oggi, a convivere con il “circo pentastellato” che non ha assolutamente nulla di grottesco e di ridicolo.
Tramato, subdolamente, al fine di destabilizzare la democrazia e le istituzioni, il “circo pentastellato” è, di fatto, ai servizi di un “capo banda”, Gianroberto Casaleggio e di oscuri poteri.
Teleguidando il “clown”, Beppe Grillo, sempre più fuori di testa, Casaleggio & soci pretendono di addestrare i “saltimbanchi” a tattiche squadristiche, violente e ripugnanti.
Un circo contrassegnato da una assoluta deficienza di idee, incapace di confrontarsi democraticamente, abile solo nel vomitare veleni ed odio su tutto e tutti.
È quasi un anno, ormai, che un nutrito manipolo di questi “saltimbanchi” ha varcate le soglie del Parlamento senza offrire alcun contributo al confronto politico, riuscendo ad esprimere solo volgarità, villania, disprezzo per le istituzioni democratiche, insubordinazione ad ogni regola di civile convivenza.
All’inizio si poteva anche supporre che fossero avventate comparsate goliardiche, dovute all’ebbrezza di sedere sugli scranni parlamentari, ma, con il passare delle settimane, l’escalation di rozzezze, barbarie e contegni antidemocratici ha resa evidente la perversa regia che tiene in pugno quel manipolo di “saltimbanchi”.
Si è arrivati, così, alla intollerabile e pretestuosa eversione di questi giorni.
Dopo l’occupazione dell’emiciclo della Camera, dopo i balzi con agilità scimmiesca per approdare con le terga sui banchi del governo, i “saltimbanchi” si sono scatenati in squallide volgarità sessiste contro la Presidente della Camera, ed in attacchi scriteriati ad ogni giornalista che si sia permesso di censurare lo squadrismo pentastellato.
Non tutti i “saltimbanchi”, però, condividono la volgarità e la barbarie dettate da Casaleggio e Grillo.
Una fiammella di buon senso, infatti, l’ha accesa, ad esempio, il deputato del M5S Tommaso Currò che ha dichiarato: “Per tutto quello che riguarda gli attacchi personali alla persona di Laura Boldrini mi sento di solidarizzare con lei e, per quanto mi riguarda, di chiederle scusa perché scrivere una cosa del genere evoca scenari che a me non piacciono per niente”.
Dalle volgarità nei confronti di Laura Boldrini si sono dissociati anche Ornella Bertorotta, Lorenzo Battista, Laura Bignami, Monica Casaletto e Luis Alberto Orellana, senatori del M5S, scrivendo in una nota, tra l’altro, che: “… il confronto con l’avversario ed il rispetto delle istituzioni devono essere valori imprescindibili”.
Per fortuna, anche nel "circo pentastellato", c'è qualcuno che non ha sacrificato il proprio cervello sul rogo devastante voluto da Casaleggio & soci. 

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