venerdì 7 febbraio 2014

Proteggere il feticcio o tutelare il Senato ?

La decisione del Presidente Grasso di costituire il Senato come parte civile nel processo per il mercimonio di senatori, che inizierà martedì 11 febbraio, a Napoli, a carico di Silvio Berlusconi, è riuscita a ricompattare i berlusconiani sparsi qua e là, dentro i palazzi del potere.
Il servile culto della personalità, che intossica gli invasati del signore di Arcore, da sempre inibisce loro un uso opportuno della sostanza grigia che, presumo, madre natura abbia messa anche nei loro encefali, e li spinge a straparlare ed a stracciarsi le vesti ogniqualvolta la dura realtà sfiori il loro feticcio.
Ecco perché, in queste ore, è scattata una becera aggressione al Presidente Grasso per la decisione che ha dovuto prendere “per difendere la dignità e l’immagine” del Senato.
Se il processo confermasse, infatti, che Berlusconi abbia pagati tre milioni di euro all’ex senatore De Gregorio affinché, lasciando l’IdV, concorresse alla caduta del Governo Prodi, l’opinione pubblica, non solo nazionale, si convincerebbe che il Senato sia un luogo in cui si possa ricorrere al mercimonio come mezzo di lotta politica.
Siccome, per aver ammesso di essersi fatto corrompere, l’ex senatore De Gregorio ha già patteggiata una pena ad un anno ed otto mesi, è concreto il rischio che la dignità e l’immagine del Senato escano pregiudicate dall’accertamento dei fatti nel corso del processo.
D’altra parte il Magistrato, nel rinviare a giudizio Berlusconi, ha sottolineato il discredito inferto al Senato da fatti avvenuti al suo interno e perciò “relativi alla sua dignità”.
Se Grasso, perciò, non avesse deciso di tutelare il Senato della Repubblica, si sarebbe reso responsabile di trascurare la difesa dell’istituzione di cui lui è Presidente.
Una decisione, la sua, non in linea con il parere, peraltro non vincolante, di un Consiglio di Presidenza in cui sono prevalsi, con evidenza, giochi di appartenenza politica ed accomodamenti, ma non certo gli interessi istituzionali.
Non essere riusciti a proteggere il loro feticcio ha scatenate le intemperanze, avventate e viscerali, con cui i  berlusconiani si sono esibiti in queste ore, palesando inconsistenza e confusione dei loro pensieri.  
Ad esempio, la senatrice forzista Manuela Repetti, in un talkshow televisivo, si è detta indignata per la decisione del Presidente Grasso, motivando la sua indignazione con il fatto che, in passato, il Senato non si fosse costituito parte civile nel processo contro l’ex senatore Luigi Lusi.
Solo l’annebbiamento collerico può spiegare come mai sia sfuggito, alla senatrice Repetti, che nel processo contro l’ex senatore Lusi, reo di appropriazione indebita dei rimborsi elettorali di La Margherita, non avrebbe potuto essere ammessa la costituzione del Senato come parte civile, in quanto il reato commesso non ledeva né la dignità né l’immagine dell’istituzione, come è avvenuto, invece, con il mercimonio di senatori.
Ugualmente incomprensibili le parole sibilline del presidente della Commissione Affari Costituzione, il forzista Francesco Paolo Sisto, quando afferma che la costituzione del Senato come parte civile potrebbe “minare l’asse PD – Forza Italia”.
Come interpretarle ?
Forse dobbiamo intendere, da queste parole, che Berlusconi voleva usare Matteo Renzi come cavallo di Troia per assicurarsi un appoggio del PD nei suoi guai giudiziari, perché delle riforme utili al Paese non gliene frega niente ?

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