Eppure riconosco che molti propositi, non tutti in verità,
sarebbero anche condivisibili.
Lo confermano quei milioni di elettori che hanno condotto
il M5S alla guida di due Città importanti come Roma e Torino.
Purtroppo, però, nel confronto con i problemi reali e con
le responsabilità il M5S persevera nel mettere a nudo la sua origine bislacca.
Troppo spesso assomiglia più ad un videogame, concepito ed
architettato da fantasie cervellotiche per il sollazzo di qualche centinaio di
internauti, che non ad un movimento politico.
Agli inizi il giocattolo poteva anche attrarre e
divertire, così come accade a tutti i videogiochi al momento del loro lancio
sul mercato.
Ma, a causa ed al seguito dei primi inattesi successi elettorali,
il M5S ha rivelato di essere un castello di sabbia con le sue inconsistenze
strutturali, strategiche, organizzative e perfino educative.
Non aver capito che non bastava la rete a garantire solidità
e credibilità al movimento è stato un vero harakiri di cui sono responsabili la
miopia e la supponenza di Beppe Grillo & Co.
Così come reiterare lo sciocco mantra “uno vale uno” per
affidare alla casualità la scelta di chi deve interpretare e rappresentare
l’idea del movimento, rivela un pressappochismo senza pari.
E quando il caso fortuito fa sì che dalla congerie di
individui, sprovveduti politicamente, spesso maldestri e voltagabbana, emergano
anche alcuni soggetti validi ed adeguati ai nuovi compiti, ecco nascere gelosie,
invidie e beghe interne che discreditano il movimento.
Cosa dire, poi, della burletta delle “Comunarie” che affidano
a poche decine di militanti online la scelta dei candidati alla gestione di
importanti amministrazioni locali, salvo poi essere smentiti dal “capobastone”
che manda all'aria il risultato se a lui non gradito, come è successo a Genova
?
Già, perché anche nel M5S, dove “uno vale uno”, esiste un
dominante “capobastone” che “democraticamente” decide su tutti e contro tutti.
Il tutto alla faccia della tanto decantata “democrazia
diretta”!
Insomma, l’impressione è che Grillo & Co. manifestino
una sindrome di masochismo autolesionista che fa gioco agli strali degli avversari
politici che, peraltro, hanno le loro belle gatte da pelare.
Per questo, se il M5S non si libererà in fretta delle sue
tante pecche originali il suo percorso di avvicinamento alle prossime elezioni
politiche sarà pieno di trabocchetti ed imboscate.
Soprattutto perché, dando credito agli ultimi sondaggi,
il movimento risulterebbe in pole position, avendo sorpassato il malfermo PD
renziano che, masticando amaro, non perderà occasione per enfatizzare le
cantonate del M5S.
Il compito non sarà facile, ma occorre che Grillo &
Co. riconsiderino daccapo il movimento, le strategie, il rapporto con i
militanti, il ruolo del Web, i processi organizzativi, le strutture, la
comunicazione, la selezione dei candidati, e via discorrendo.
2 commenti:
il panorama politico sembra essere sempre più nella melma!!!!
sia il PD che il movimento pentastelato che hanno avuto la possibilità di governare e
di dimostrare ciò che valevano per il bene del Paese per motivi disparati si sono persi questa ghiotta
occasione
cos'è incompetenza o paura ? o entranbe ????
Credo che alla base dei fallimenti di PD e M5S ci sia soprattutto la impreparazione e, quindi, una incompetenza gravata anche da arroganza e superficialità.
Gestire una azienda così come una amministrazione pubblica è una attività complessa che richiede preparazione, esperienza, conoscenze e … buonsenso.
Qualità che non si acquistano belle e pronte sugli scaffali di un supermercato ma che maturano solo attraverso anni di gavetta.
Se poi la incompetenza è concimata anche da egocentrismo, ipocrisia, fame di denaro, arrivismo, etc. la cura del bene comune non trova spazio.
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