Checché se ne dica, già
le primarie per la scelta del candidato premier, erano state gestite in modo da
assicurare la vittoria al candidato dell’apparato.
Infatti, poiché si
trattava di scegliere chi domani potrebbe diventare il capo del governo di
tutti gli italiani, e non solo dei militanti o simpatizzanti del PD, sarebbe
stato logico, e soprattutto democratico, far sì che tutti i cittadini, senza porre
vincoli, potessero esprimere la loro preferenza.
Invece la nomenklatura,
intimorita dal rischio che Bersani non fosse il candidato premier gradito agli
italiani, si è voluta cautelare con regole degne di un regime autocratico.
Il risultato è che l’investitura
alla premiership, ottenuta da Bersani il 2 dicembre scorso con 1.500.000 voti,
è di fatto scarsamente rappresentativa degli oltre 50.000.000 di elettori che
saranno chiamati alle urne ed ai quali Bersani si propone come premier, sempre che,
ovviamente, il PD vinca le elezioni 2013.
Siccome, però, il PD ha
preso gusto alla farsa delle primarie, ecco replicare con le primarie per la
scelta dei candidati.
E questa volta l’imbroglio
è ancora più marchiano !
Innanzitutto, Bersani imbroglia
gli italiani, e non solo i suoi militanti, quando afferma che le primarie
offrono ai cittadini l’opportunità di scegliere il 90% dei parlamentari PD.
In primo luogo perché Bersani
non dice che, tuttalpiù, i cittadini scelgono candidati e non parlamentari, infatti
tra essere candidato e parlamentare ce ne passa.
Ora, mentre è
giustificabile che Bersani, a causa della sua congenita confusione mentale, possa
scambiare candidato e parlamentare, non è giustificabile, invece, che turlupini
tutti affermando che con le primarie i cittadini possano scegliere il 90% dei
candidati.
Che questa affermazione
sia una panzana è un dato di fatto !
Infatti, il segretario PD
si è riservato il diritto di nominare, a suo insindacabile giudizio, oltre ad un listino di 100
candidati anche 44 capilista.
Non solo, ma siccome sarà
ancora e sempre il segretario PD a decidere la posizione dei candidati nelle “liste bloccate”, comunque vadano le
cose i 144 candidati, scelti dal segretario, saranno piazzati in modo da essere
predestinati ad avere un seggio parlamentare assicurato.
Ci sono, poi, altri dieci
candidati di lungo corso che, pur avendo superati 15 anni di militanza
parlamentare, hanno chiesta ed ottenuta la deroga dal segretario PD, e godranno
di una collocazione protetta nelle “liste
bloccate”.
Questo sorprendente slancio di
rinnovamento riguarda: Rosy Bindi (parlamentare
da 18 anni), Mauro Agostini (parlamentare
da 18 anni), Maria Pia Garavaglia (parlamentare
da 33 anni), Anna Finocchiaro (parlamentare
da 25 anni), Giorgio Merlo (parlamentare
da 16 anni), Franco Marini (parlamentare
da 21 anni), Cesare Marini (parlamentare
da 18 anni), Gian Claudio Bressa (parlamentare
da 24 anni), Beppe Lumia (parlamentare
da 18 anni), Beppe Fioroni (parlamentare
da 16 anni).
È chiaro, perciò, che
il segretario Bersani si è riservato il diritto di aggiudicare, di fatto, a 154
predestinati, una poltrona nel parlamento che uscirà dalle urne con il voto del
24 e 25 febbraio 2013.
Ipotizzando, perciò,
che la coalizione PD – SeL possa vincere le elezioni 2013, Bersani, con questo
abile trucco, si è garantito il diritto di nominare lui, a suo insindacabile
giudizio, il 40% dei possibili parlamentari eletti nelle file del PD.
Se poi la coalizione PD
– SeL non vincesse le elezioni, senza il premio di maggioranza previsto dal porcellum, la percentuale salirebbe
oltre il 60%.
A
questo punto, perché non etichettare le primarie PD un imbroglio, consumato alle
spalle dei creduloni, che si sono recati in questi giorni ai gazebo, per eleggere
l’ipotetico 90% dei candidati, sborsando anche l’obolo di 2 euro ?