venerdì 28 dicembre 2012

Cicchitto … e magnete o’ limone !

 
È sufficiente che un qualsiasi politico intraveda, nei paraggi, un microfono od il taccuino di un cronista, per incominciare a parlare.
Nella quasi totalità dei casi, il politico non ha nulla d’intelligente o di interessante da dire, ma il microfono od il taccuino lo eccitano, e lui raggiunge una eloquenza orgasmica.
Mentre blatera, di solito rivolge lo sguardo all'intorno, verifica che tutti prestino attenzione e pendano dalle sue labbra.
Capita, a volte, che qualche cronista gli rivolga una domanda inattesa ed allora il politico, se non sa come arrabattare una risposta, si rifugia in un “no comment”.
Una situazione, questa, nella quale non si potrà trovare mai Berlusconi perché, nel caso qualcuno osasse fargli una domanda non scritta nel copione, lui sfoggerebbe il più classico dei suoi celebri: “vuole che me ne vada ? me ne vado”.
Per il politico ordinario, invece, che deve rispondere anche a domande non concordate, i peggiori nemici sono i  vuoti di memoria oppure le dichiarazioni, di qualche ora o di qualche giorno prima, rilasciate sotto condizionamento dell’ipocrisia strumentale.
Uno degli esempi ricorrenti di politico smemorato è quello di Fabrizio Cicchitto.
L’ultimo infortunio in cui è incespicato Cicchitto è di questi giorni.
Non appena Mario Monti ha cinguettato su twitter “Insieme … saliamo in politica”, Cicchitto è partito lancia in resta sproloquiando contro Monti e denunciando un “vulnus politico ed istituzionale”.
Ora, sarà effetto di una memoria resa insicura dalla sua non più giovane età, sarà perché costretto a picchiare duro su Monti, per ordine ricevuto da Berlusconi, Giove Ottimo Massimo (come lo chiama Albertini), fatto sta che lo sbadato Cicchitto ha dimenticato che soli dieci giorni prima, era il 14 dicembre, aveva detto “siamo tutti convinti nel sostenere come “auspicabile” il ruolo di Monti quale aggregatore dei moderati”.
Porca miseria, è proprio vero che, pur di esaudire i diktat di Berlusconi e così tentare di difendere il posto nelle liste elettorali, Cicchitto è disposto anche a sputtanarsi.
Infatti, anche il più novizio dei cronisti potrebbe rivolgergli una semplice domanda: “Cicchitto, se lei non percepiva nessun vulnus, né politico né istituzionale, solo dieci giorni fa, per quel ruolo di aggregatore dei moderati, che lei auspicava per Monti, come mai improvvisamente, lo avverte oggi che Monti ha scelto di assumere lo stesso ruolo di aggregatore dei moderati, ma escludendo il PdL ?”.
Certamente Cicchitto potrebbe far finta di non capire la domanda, oppure farfuglierebbe qualcosa come, ad esempio: “non ci avevo pensato !”.
Peraltro, Monti avendo rassegnate formalmente le dimissioni da Capo del Governo, come previsto dalla Carta Costituzionale rimane in carica solo per gestire l’ordinaria amministrazione.
In pratica, cioè, Monti, può compiere esclusivamente atti per l’esecuzione delle leggi vigenti, ma deve rigorosamente astenersi da ogni atto discrezionale e politico.
Quindi, di fatto, Monti oggi è un comune cittadino, spoglio di ogni potere discrezionale e politico.
Può darsi che Cicchitto avesse ben presente questa parte della Costituzione, quando auspicava che Monti diventasse l’aggregatore dei moderati, però oggi non gli fa comodo ricordarla perché Monti ha deciso di essere l'aggregatore dei moderati ma di non includere tra i moderati il PdL.
Una riconferma dell’ipocrisia strumentale di cui è uno specialista Fabrizio Cicchitto !
Prendendo in prestito una simpatica espressione napoletana sarei tentato a dirgli: “a’ Cicchi’ … e magnete o’ limone !” (*).
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(*) Questa colorita espressione napoletana esorta a ricercare, in un succoso limone di Sorrento, la consolazione per una delusione od un dispiacere.

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