martedì 19 febbraio 2013

La rinculata di Beppe Grillo



Qualcuno, in queste ore, ha definito antidemocratico il rinculare di Beppe Grillo nel disertare l’intervista, in programma su Sky, che lui stesso, nei giorni precedenti, aveva pubblicizzata sul suo blog con squilli di trombe.
Senza possedere doti di veggente me lo aspettavo !
Infatti, Grillo non è nuovo a rinculare davanti alla possibilità di essere intervistato, semplicemente perché ha paura di domande e confronti, com’è già accaduto nel 2008 quando, dopo aver accettata una intervista di Alessandro Gilioli, per L’Espresso, si è defilato.
Proprio per questo sarei più propenso a classificare questo nuovo rifiuto, da un lato come un gesto di cafoneria nei riguardi della rete televisiva, e dall’altro come un lampante fugone (… con la u !) di fronte a domande, alle quali l’arruffapopoli non avrebbe saputo e potuto rispondere.
Per Grillo è senza dubbio più congenito afferrare un microfono per sbraitare e vomitare parolacce, insulti, sberleffi nei confronti di tutto e di tutti, che non affrontare la sostanza dei problemi sociali e politici, in un contraddittorio che lo costringerebbe ad esporre idee, progetti, programmi, ed a dimostrarne la fattibilità.
Grillo è null’altro che la dozzinale rappresentazione della celebre legenda che accompagnava una vignetta di Casimiro Teja: “piove … governo ladro”.
Mentre quella vignetta ha fatto sorridere milioni d’italiani, la macchietta di Grillo provoca invece solo l’incazzatura degli italiani di buon senso.
Già, perché occorre essere acefali per appassionarsi, credere ed applaudire le mille belinate (così si dice a Genova !) che l’ex comico spara a mitraglia dal suo blog o nelle piazze italiane.
Ma ritorniamo all’intervista andata buca su Sky.
In quanti e quali imbarazzanti silenzi o balbettii si sarebbe esibito Grillo davanti ad alcune semplici domande che il giornalista di Sky gli avrebbe potuto rivolgere.

  1. Nell’irreale ipotesi che il M5S ottenga la maggioranza e vada al governo, avete quantificati quanti miliardi di euro lo Stato dovrebbe tirar fuori per dare attuazione al suo impegno del “reddito di cittadinanza” a tutti di 1.000 euro mensili ? E da dove li tirerebbe fuori ?
  2. Nel promettere ai suoi elettori un referendum per decidere l’uscita dell’Italia dall’euro, ha fatto capire in modo chiaro, a loro, quali disastrose conseguenze avrebbe nelle loro tasche il ritorno alla lira? Ha spiegato bene ad operai, impiegati e pensionati, cosa vorrebbe dire, per i loro stipendi e le loro pensioni convivere con un’inflazione a doppia cifra ?
  3. Come mai, a Parma, il M5S, dopo aver vinte le elezioni comunali cavalcando la battaglia contro l’inceneritore al grido di “passerete sui nostri corpi”, di fronte alla decisione del TAR di avviarlo, Pizzarotti e  la sua giunta non si dimettono ?
  4. Per restare a Parma, prima importante città italiana amministrata dal M5S, dopo poco più di 6 mesi, la cittadinanza è già scesa in piazza per protestare incazzata contro l’aumento delle rette per gli asili nido, la soppressione del “Quoziente Parma”, l’aumento dei parcheggi, l’introduzione dell’imposta di 10 euro per la ZTL, l’introduzione dal prossimo mese di luglio della tassa di soggiorno, le aliquote IMU ed IRPEF tra le più alte d’Italia. Come spiega un inizio così poco popolare?
  5. Preso atto che, nell’agone elettorale, solo il M5S non indica il nome del candidato premier, quale fondamento hanno le voci secondo le quali il cofondatore del M5S, Gianroberto Casaleggio, si sarebbe riservato il diritto di scegliere lui, in caso di vittoria, il personaggio non politico da nominare premier?
Qualcuno immagina cosa avrebbe fatto Grillo appena ascoltata la prima domanda ?
Si sarebbe alzato di scatto e se ne sarebbe andato urlando insulti al giornalista, più o meno come fa il Cavaliere ogniqualvolta è messo in difficoltà dai soliti comunisti.

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