Non so se per fortuna o per fiuto, certo è che, non essendo mai stato
supporter e perciò neppure elettore di PD, FI e M5S, posso assistere con
distacco alle beghe ed ai pastrocchi che infiammano la scena politica, anche se
infastidito ogni tanto da sensi di nausea.
Sensi di nausea alquanto sgradevoli quando, da uomo della strada,
rifletto sui danni che la classe politica, tutta, provoca anteponendo beghe e
pastrocchi ai problemi veri del Paese e degli italiani.
Mi sento così lontano dal modo di pensare e di agire dei nostri politici
che ho la sensazione di vivere come un pesce fuor d’acqua.
Ad esempio, il 18 gennaio lo sciagurato incontro tra Renzi e Berlusconi
al Nazareno ha compiuto il suo primo anno.
Anche se sono trascorsi dodici mesi ricordo che già allora mi domandavo
come mai il neo segretario del PD, eletto da pochi giorni, non avesse
incontrati per primi gli esponenti di quello che, alle elezioni del febbraio
2013 era risultato il primo partito.
Il riferimento, ovviamente, è al M5S.
Ora, è pur vero che gli esponenti del M5S prima avevano ridicolizzato
Bersani e poi non si erano dimostrati teneri neppure con Enrico Letta, ma
rappresentavano pur sempre oltre 8.700.000 elettori. (NdR: Se nel 2013 fosse stato in vigore l’Italicum, M5S e
PD sarebbero andati al ballottaggio)
Ero e sono tuttora convinto che, in una democrazia normale, sarebbe
stato un bel segno di riguardo nei confronti di quei milioni di cittadini
elettori, perlomeno incontrare i loro rappresentanti.
Invece no !
Renzi ha riservate le sue attenzioni solo ed esclusivamente al
padre-padrone di quello che era risultato solo il terzo partito.
Non si è trattato di un semplice incontro formale, bensì della occasione
per tramare un insieme di accordi, impenetrabili e fumosi, che con il passare
dei giorni si sarebbero rivelati dei veri e propri inciuci, degni della tanto
vituperata prima repubblica.
Non credo che questa predilezione patologica di Renzi, per il
padre padrone di FI, sia nata in occasione del pranzo che l’allora sindaco di
Firenze ebbe ad Arcore, ospite di un Berlusconi, a quei tempi ancora presidente
del consiglio.
Sarei più propenso a pensare, invece, che sia stato Berlusconi, già
pregiudicato, cacciato dal Senato, sempre più emarginato dalla scena politica,
ad aver architettato di blandire l’ambizioso ex sindaco, eletto segretario del
PD, prospettandogli una brillante carriera politica in cambio di tornaconti
personali.
Solo così si può spiegare, ad esempio, perché da quel sabato 18 gennaio
2014 Renzi continui ad incontrare più di frequente Berlusconi ed i suoi
emissari, che non i dirigenti del PD.
Ho come la sensazione che da un anno il governo del Paese proceda con
una doppia guida, proprio come in uso nelle autoscuole: al volante un ambizioso
apprendista pilota, al suo fianco un istruttore scafato e voglioso solo di
curare i propri interessi.
D’altra parte sono convinto che senza la regia ed il sostegno di
Berlusconi, Renzi non solo non sarebbe stato eletto segretario del PD, ma
neppure avrebbe potuto pugnalare alla schiena Enrico Letta per prendere il suo
posto a Palazzo Chigi. (NdR: In queste ore, ironia della sorte, Renzi si lamenta
perché c’è qualcuno che vorrebbe pugnalarlo alla schiena!)
Per questo la riconoscenza di Renzi, per il mentore di Arcore, si
traduce, giorno dopo giorno, in favori fin troppo sfrontati.
Ad esempio, appena affidatogli l’incarico di formare il governo ha
scelto come Ministro dello Sviluppo Economico una berlusconiana DOC, Federica
Guidi, attenta a stoppare il percorso dell’asta per le frequenze Tv, asta
invisa a Mediaset.
Eppure quell’asta avrebbe portato nelle casse dell'erario un paio di
miliardi di euro che, con i tempi che corrono...
Il tentativo più spudorato, però, per dimostrare la sua gratitudine a
Berlusconi, Renzi lo ha fatto nelle ultime settimane, inserendo nel decreto
fiscale, all’insaputa di tutti, il malizioso art. 19bis.
Avrebbe voluto offrire al suo mentore la chance per cancellare in un
colpo solo la sentenza della Cassazione e la incandidabilità prevista dalla
legge Severino.
Preso, però, con il sorcio in bocca Renzi ha risposto ai critici con
argomenti che evidenziano o malafede, oppure la manifesta incapacità di capire
addirittura ciò che dice e che fa, il che sarebbe ancora più grave per chi sia
preposto alla guida del governo.
Ma che il Paese sia governato a quattro mani avremo modo di prenderne
atto nuovamente nei prossimi giorni, in occasione della elezione del nuovo
Presidente della Repubblica.
Non è casuale, infatti, che Renzi, per decidere chi sarà il
candidato al Quirinale, abbia programmato prima l’incontro con Berlusconi
e, solo ventiquattro ore dopo, l’assemblea dei “grandi elettori” del PD ai quali è prevedibile che
imporrà, con il consueto “prendere
o lasciare”, il candidato indicato da Berlusconi.
Un copione già visto !
Infatti, era già avvenuto quando, concordata con Berlusconi la riforma
della legge elettorale, Renzi si era presentato alla assemblea del PD ed aveva
imposto l’Italicum, senza dare spazio ad un confronto democratico.
Renzi e Berlusconi confidano sul fatto che in Parlamento ci sia un
mucchio di soggetti disposti perfino a passare da burattini pur di non perdere
quel loro scranno così redditizio.
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