Non c’è
politico, di primo piano oppure da sottoscala, che sotto la luce dei
riflettori, in campagna elettorale oppure in dichiarazioni pubbliche, non
manifesti bellicosi propositi per combattere l’evasione fiscale.
Per
molti politici si tratta di parole proferite con consapevole ipocrisia allo
scopo di abbindolare i cittadini onesti.
Evadere
il fisco è un reato con il quale non solo si froda lo Stato, ma si derubano tutti
i contribuenti che pagano le tasse, ma soprattutto quei milioni di lavoratori e
pensionati ai quali il fisco ogni mese sottrae il dovuto dalle loro buste paga
e pensioni.
Ogni
concessione fatta agli evasori rappresenta, perciò, un affronto ai milioni e
milioni di cittadini che le tasse le pagano anche se obtorto collo.
Purtroppo
negli ultimi venti anni da parte dei nostri governanti tutti noi, contribuenti, di pesci in faccia ne abbiamo presi a bizzeffe: condoni di ogni genere,
depenalizzazione del falso in bilancio, varie sanatorie, scudi fiscali, e via
discorrendo.
Come
se non bastasse, a proteggere i disonesti intervengono anche i termini di
prescrizione dei reati.
Ad
esempio, solo grazie alle prescrizioni, Berlusconi se l’è scampata dalle
prevedibili condanne per il reato di falso in bilancio (NdR: “Processo
bilanci Fininvest 1988-1992”, “Processo Lentini”, “Processo consolidato
Fininvest”), o per il
reato di corruzione (NdR: “Processo Lodo Mondadori”, “Processo
Mills”).
Ora
però, siccome al peggio non c’è mai fine, capita che Matteo Renzi, intenerito dalla
atmosfera natalizia, abbia deciso di approfittare dell’ultimo consiglio dei
ministri per rivolgere agli evasori questo suo aberrante messaggio di pace.
“Cari evasori, d’ora in poi sarete
autorizzati a frodare lo Stato fino al 3% del vostro imponibile, e vi do la mia
parola di boyscout che per questa frode non sarete più punibili”!
Parole
rivolte, evidentemente, non ai cittadini che hanno redditi di qualche decina di
migliaia di euro (NdR: al massimo infatti potrebbero frodare
allo Stato si e no poche centinaia di euro !), ma a coloro che contando su imponibili milionari
potranno frodare lo Stato per milioni di euro.
Una
decisione, quella del presidente del consiglio, così scandalosa ed immorale da provocare
sdegno e sollevare molti dubbi.
Una voce
autorevole, quella del sottosegretario Enrico Zanetti, ha confermato che il
testo originale del decreto sui reati fiscali, elaborato dal ministero, non
conteneva affatto l’art. 19bis che recita: “per
i reati previsti dal presente decreto la punibilità è comunque esclusa quando l’importo
delle imposte evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile”.
Questo
vuol dire che, nel consiglio dei ministri, c’è stata una manina misteriosa e scellerata
che ha introdotto l’art. 19bis ?
Chi
sarà stato mai ?
Prometto
in premio una bambolina di panno Lenci a chi indovinerà il responsabile !
Nel
rileggere con attenzione l’art. 19bis mi viene persino il dubbio, però, che in
quelle righe ci sia lo zampino di Niccolò Ghedini, il fedele azzeccagarbugli di
Berlusconi.
D’altra
parte come mai Matteo Renzi si assume la paternità di questa obbrobriosa
licenza a frodare lo Stato, e non solo ma fissa nel 3% la soglia di evasione non
punibile ?
La risposta
ad un dubbio così mastodontico assomiglia tanto ad una certezza ed ha una sola
possibile chiave di lettura.
Poiché
la Corte di Cassazione ha condannato Berlusconi con sentenza definitiva per
frode fiscale, riconoscendolo reo di evasioni che, al netto delle molte
prescrizioni intervenute, risultavano inferiori al 3% sui redditi imponibili,
quale poteva essere la soglia della non punibilità scelta da Renzi ?
Vuoi
vedere che anche Renzi è stato contagiato dal tic delle leggi “ad personam”?
Infatti,
quando l’art. 19bis dovesse diventare legge, il pregiudicato Berlusconi per
effetto del principio del “favor rei”,
previsto dall’art. 2 del Codice Penale (*), potrà richiedere la cancellazione
della sentenza e, quindi, in barba anche alla Legge Severino, si potrà
ricandidare, magari anche come prossimo Presidente della Repubblica.
Tutto
ciò genera un dubbio che mi arrovella in queste ore: non è che con l’art. 19bis
Matteo Renzi stia onorando, di fatto, un’altra delle cambiali sottoscritte a
Berlusconi, con la “tresca del Nazareno”,
in cambio dell’aiuto ricevuto per silurare Enrico Letta?
Dubbio
avvalorato anche dalla dichiarazione che Renzi ha rilasciato poche ore fa: “Questa norma (NdR: art. 19bis) la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo
l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a
Cesano Boscone” !
Cioè, tra le righe possiamo leggere: “Caro Silvio, abbi pazienza, dovrai attendere ancora qualche settimana prima di chiedere la
cancellazione della condanna”.
(*) L’art. 2 del Codice
Penale recita: “Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge
posteriore, non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione
e gli effetti penali”.
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