Sul quotidiano
La Repubblica ha avuto un certo risalto la intervista che Vanessa Marzullo ha
rilasciata all’inviato Paolo Berizzi.
Vanessa
Marzullo è una delle due giovani “volontarie”,
l’altra è Greta Ramelli, che si sono recate in Siria con una buona dose di avventatezza
per portare aiuto, a loro dire, alle popolazioni civili stremate dal conflitto
civile.
Non
riesco proprio a non ritenere velleitario ed incosciente il loro comportamento
alla luce del fatto che non potevano contare in Italia sul supporto di una
organizzazione accreditata e che, ancora più grave, non disponevano
di protezioni competenti e qualificate in un territorio di guerra quale è ormai
da diversi anni la Siria.
Fatto
sta che a fine luglio 2014 le due “volontarie”
furono rapite nei pressi della località di Aleppo da un gruppo di guerriglieri jihadisti e, da quel momento, non si
ebbero più loro notizie.
L’unità
di crisi della Farnesina appena allertata attivò tutte le iniziative opportune
per accertare non solo che fossero ancora vive ma dove fossero segregate e da
chi.
Per
farla breve, dopo cinque mesi di prigionia le due “volontarie” sono tornate libere grazie al lavoro svolto dalle
strutture del Ministero degli Esteri, ma soprattutto grazie al pagamento di un
riscatto che voci ben informate indicano in 12 milioni di dollari, pagato
ovviamente non dalle loro famiglie ma dallo Stato italiano.
Non è
certo la prima volta che lo Stato, e quindi pro
quota tutti gli italiani, paga per la liberazione di un connazionale che in giro per il mondo è rapito da qualche banda di predoni.
È però
la prima volta, secondo me, che una persona rapita e liberata, grazie all’impegno
delle istituzioni ed al pagamento del riscatto con denaro pubblico, dimostri scarsa
considerazione per i problemi ed il danno che i suoi comportamenti, incoscienti
ed irresponsabili, hanno procurato alla collettività.
Nel
corso dell’intervista, infatti, la “volontaria”
Vanessa Marzullo ha dichiarato: “Appena
potremo, non so ancora quando, Greta ed io in Siria potremmo anche tornarci”.
Non
contesto che le due “volontarie”, maggiorenni
e vaccinate, possano disporre della loro vita come meglio credono.
Però, confesso
che, se ne avessi il potere, innanzitutto ritirerei loro i passaporti per restituirglieli
solo dopo che abbiano rimborsati allo Stato i 12 milioni di dollari pagati per
il loro riscatto.
Come ?
Magari
dedicandosi, gratuitamente, in Italia ad opere di assistenza a beneficio dei milioni
di loro concittadini che versano in stato di indigenza, sono invalidi, infermi,
anziani, etc., etc.
Comprendo
bene che assistere emarginati, invalidi e malati in Italia non sia avventuroso
come farlo in Siria e non renda così popolari da attirare l’attenzione dei
media.
Però,
se il proposito delle due “volontarie”
è quello di dedicare la loro vita ad alleviare le sofferenze del prossimo,
allora mi domando perché non farlo in Italia ?
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