In molti libri avventurosi, scritti da Emilio Salgari,
che eccitavano la mia fantasia di ragazzino e mi inducevano a fantasticare avventure
mirabolanti, protagonista era la filibusta.
Infatti, alle temerarie storie dei pirati, che nel XVII
secolo infestavano il mare caraibico, Emilio Salgari ha riservati i romanzi del
ciclo “I Pirati delle Antille”.
Forse un giorno non lontano, stomacato dalla lettura quotidiana
delle cronache politiche, mi darò da fare per ricercare sulle bancarelle di
qualche mercatino quei vecchi libri perché mi aiutino a depurare la mente dalle brutture
che la politica ci rifila ogni giorno.
Sbiadito retaggio delle letture salgariane mi è rimasto il
vezzo di definire filibustiere ogni individuo spavaldo, scaltro, spregiudicato,
impostore, opportunista, trafficone senza scrupoli.
Tali erano, infatti, il Corsaro Nero, il Corsaro Rosso ed
i loro rispettivi rampolli.
Se Emilio Salgari fosse un cronista dei giorni
nostri, non avrebbe alcuna difficoltà a raccontare le gesta dei tanti filibustieri
protagonisti della nostra scena politica.
Ad esempio, credo che potrebbe dedicare un intero ciclo
di libri a raccontare questi dodici mesi del premierato di Matteo Renzi.
Mi sembra, infatti, che Matteo Renzi rappresenti la incarnazione
più autentica dei filibustieri descritti da Salgari.
I pirati, ad esempio, erano così spregiudicati e senza
scrupoli da stringere alleanza con chiunque permettesse loro di arraffare
ricchi bottini.
Ebbene, forse che Renzi non abbia dimostrato di essere
spregiudicato e senza scrupoli quando, mentre rassicurava il suo compagno di
partito Enrico Letta, #enricostaisereno,
già cospirava con Berlusconi per pugnalare alla schiena lo sventurato Letta ed andare
all’arrembaggio di Palazzo Chigi ?
I pirati potevano contare su ciurme di individui, senza
arte né parte, pronte ad esaltarsi ogniqualvolta il pirata di turno, brandendo
la sciabola, con spavalderia li spronava all’arrembaggio dalla tolda del
vascello battente bandiera della filibusta.
E forse Renzi non ostenta spavalderia, quando nei salotti
televisivi esibisce irreali successi, o quando sguaina, invece della sciabola, raffiche
di banali tweet, accolti come messaggi
mistici dai suoi devoti ?
A differenza dei pirati, però, Matteo Renzi deve credersi
un profeta, venuto al mondo per divulgare il suo credo a fedeli ed infedeli.
Se vogliamo dare fiducia ai sondaggisti, sembrerebbe che
un 30% di italiani viva ubriaco per le abbondanti libagioni di tweet.
Ritornando, però, ai filibustieri, riscontravo in loro la
istintiva attitudine a raggirare la ciurma, fantasticando di favolosi bottini per
incitarla ad andare impavida all’arrembaggio.
Ebbene, da settimane il nostro premier non va per ogni dove
ad incensarsi, per esempio, come artefice del Jobs Act quando, almeno per quanto riguarda le norme sulla maternità
e sul superamento dei co.co.pro, il Jobs
Act è invece solo una ipotesi di lavoro dal momento che i decreti
attuativi sono bloccati dalla Ragioneria di Stato per mancanza di copertura
finanziaria ?
Quante volte, in questi dodici mesi, Matteo Renzi si è
avventurato nel vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso ?
Ma nei romanzi di Salgari i filibustieri sono descritti
anche come abili opportunisti nello sfruttare, di volta in volta, ogni circostanza
da cui poter trarre vantaggio.
E qui, come il cacio sui maccheroni, per l’opportunista Renzi
arrivano le “spintanee” dimissioni di
Maurizio Lupi che liberano un dicastero di rilevanza strategica come è quello
delle infrastrutture.
Quale migliore occasione, perciò, per collocare su quella
poltrona un renziano fedelissimo anche se incompetente per gestire un ministero
così importante.
Poco interesserebbe alla morale dell’ex rottamatore se si
trattasse perfino di inserire un nuovo inquisito nella compagine di governo.
Non so cosa ne pensi tu, ma io non ho dubbi: preferisco
i filibustieri narrati da Salgari.
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