Dopo aver ascoltate le parole con le quali una
parlamentare UDC spiegava alla intervistatrice perché i deputati di Area
Popolare (NdR:
aggregazione senza speranza di NCD ed UDC) sono
contrari alla estensione dei termini di prescrizione per i reati di corruzione
e per quelli commessi contro la Pubblica Amministrazione, non ho potuto fare a
meno di pormi una domanda.
Forse che la motivazione vera, ovviamente inconfessabile, di NCD ed UDC sia la preoccupazione che, senza potersi giovare impunemente
della corruzione o di azioni ai danni della Pubblica Amministrazione, molti di
loro perderebbero l’interesse a fare politica ?
Pur con tutta la buona volontà, infatti, non riesco a
vedere altra spiegazione al perché si alzino barricate a tutela, ad esempio, di
corrotti e corruttori, di concussi e concussori.
Probabilmente sarò paranoico ma quei reati che NCD ed UDC
vorrebbero patrocinare, proprio perché commessi ai danni della intera collettività,
mi appaiono così abietti ed infami che meriterebbero di non essere mai e poi
mai prescritti.
Sarà ma la prescrizione, con quei termini temporali che
la politica manovra a suo piacimento, a me cittadino comune sembra un istituto
giuridico perverso per almeno due motivi.
Innanzitutto perché il codice penale (NdR: Art. 157 e 158 cp) prevede che la prescrizione decorra dal momento in cui
sia stato commesso il reato e non dal momento in cui il reato venga smascherato
ed indagato.
Ora, prendiamo ad esempio il reato di corruzione.
Evidentemente, ne sono convinto, né il corruttore, né tantomeno
il corrotto avranno interesse a rendere di pubblico dominio, con comunicati
stampa e con interviste televisive, di aver commesso un atto corruttivo
violando la legge.
Siccome, però, la prescrizione di un reato inizia a decorrere
dal momento in cui lo si commette, se e quando la magistratura dovesse averne
notizia ed iniziasse ad indagarlo, sarebbe già trascorso del tempo e, di
conseguenza, i termini prescrittivi sarebbero in parte decorsi con la
conseguenza che la prescrizione dell’illecito sarebbe più vicina.
Da cittadino, ignorante ma incazzato, mi domando perciò:
perché mai il legislatore, visto che non la si vuole cancellare per sempre dal
codice, non dispone che la prescrizione decorra solo dal giorno in cui il reato
fosse scoperto ?
Capisco che in tal caso molti scranni in Parlamento e nei
Consigli regionali e comunali non avrebbero più occupanti, ma almeno…
Anche perché, e vengo al secondo motivo per cui ritengo
perverso l’istituto della prescrizione, il decorrere dei termini prescrittivi
non si ferma neppure dopo che è iniziato l’iter processuale.
Per cui è gioco facile per gli avvocati della difesa
appigliarsi ad ogni stratagemma e malizia per tirare alla lunga i processi e
far sì che il reato diventi prescritto prima ancora che si arrivi a sentenza.
Ora, la proposta di legge che da tempo giace in
Parlamento e sulla quale c’è, ohibò, il disaccordo di NCD ed UDC, non rimuove
lo sciagurato principio di decorrenza della prescrittività, ma si limiterebbe a
prolungare di due anni i termini della prescrizione, dopo la sentenza di primo
grado, e di un ulteriore anno dopo la sentenza di appello.
Insomma, siamo alle solite.
Anche
in questo caso, cioè, la nostra classe politica ha intenzione di prendere per i
fondelli i cittadini con una legge che, di fatto, combatterebbe il cancro della
ruberia con un decotto di fregnacce, al solo scopo di lasciare impuniti
corrotti, corruttori e disonesti di ogni specie e colore politico.