martedì 26 aprile 2016

Quante code di paglia !

Del berlusconismo sta scopiazzando tutto, l’arroganza e la sfrontatezza, l’impostura e la ciarlataneria, la megalomania e la spocchia, la falsità  e la strafottenza, l’insolenza e la sopraffazione.
Insomma, il personaggio Renzi si muove, agisce e parla come il clone di Silvio Berlusconi.
Affinché, però, la clonazione risultasse perfetta gli mancava solo di inserire, in uno dei suoi sproloqui, una affermazione ad esempio come questa: “il Paese ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo”.
Immagino che Berlusconi, nel suo dorato confino politico, si sia messo a saltare di gioia constatando come la clonazione fosse finalmente compiuta.
Parole, quelle pronunciate da Renzi, che per anni erano riecheggiate, come un mantra, da parte di Berlusconi e dei suoi galoppini.
Non bisognava essere chiaroveggenti per prevedere che come quelle di Berlusconi anche le parole di Renzi avrebbero ottenuto il plauso dei molti furfanti in circolazione, ma la disapprovazione di chi auspicherebbe, invece, la moralizzazione della vita politica.
Insomma, un vespaio sul quale è piovuta, non per caso, l’intervista che Piercamillo Davigo, neo presidente della Associazione Nazionale Magistrati, ha rilasciata al Corsera.
A Davigo, componente del pool di “mani pulite” agli inizi degli anni ‘90, l’intervistatore ha chiesto cosa sia cambiato oggi rispetto ai tempi di mani pulite.
La risposta di Davigo è stata semplice e chiara: “Non hanno smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi”.
Da cittadino comune, che riceve ogni giorno dai media la sua dose di novità sul malaffare imperante, mi domando che cosa mai il presidente dell’ANM abbia detto di così inedito, sconvolgente ed irrispettoso da provocare la reazione scomposta e generalizzata da parte della classe politica (NdR: con la sola eccezione dei pentastellati, o grillini che dir si voglia).
Si è trattato di reazioni così spropositate da indurmi a pensare che troppi politici  italiani abbiano la coda di paglia, punti sul vivo dalle parole di Davigo o perché già pizzicati dalla giustizia o perché timorosi di esserlo quanto prima.
Eppure non c’è politico, di destra, di centro, di sinistra, che a parole non condanni corrotti e corruttori, salvo poi ingegnarsi per trovare ogni mezzuccio che faciliti il malaffare.   
La verità è che la politica, da sempre, si dimostra troppo “timida”, per usare un eufemismo, nel promulgare leggi che contrastino la corruzione ed il malaffare.
Ecco perché appare come una intollerabile ipocrisia quella di Renzi quando grida ai quattro venti: “io rispetto i magistrati ed aspetto le sentenze”.
È ipocrisia dire “io aspetto le sentenze” quando sa bene che troppi processi non arrivano a sentenza perché castrati dai termini di prescrizione.
Termini di prescrizione  che la politica ha voluto sempre più ridotti proprio per evitare che i processi si concludessero con condanne per reati di ogni genere.
È un dato di fatto che ormai da mesi giacciono in Parlamento proposte di legge mirate a ripristinare tempi di prescrizioni che impediscano ai malfattori di farla franca, proposte che il governo Renzi continua ad ignorare, forse per evitare che amici ed amici degli amici finiscano in gattabuia.
Non solo ma è ipocrisia anche quando Renzi, solo per gettare fumo negli occhi degli italiani, ringhia per pungolare i magistrati a velocizzare i processi.
Lui sa benissimo, infatti, che da due anni il suo governo non fa nulla per dare attuazione a quel pacchetto di riforme, elaborato dalla task force guidata da Nicola Gratteri, che consentirebbe di abbattere tempi e costi dei processi penali.
Eppure era stato proprio Renzi, appena insediatosi a Palazzo Chigi, ad affidare a Nicola Gratteri l’incarico di elaborare quelle riforme.
Vuoi vedere che, leggendo le riforme proposte, Renzi sia trasalito perché attuandole avrebbe colpiti centri di potere a lui cari, rischiando di far finire in galera politici e colletti bianchi amici ? 

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